Ciò che più colpisce del “discorso pubblico” intorno alla letteratura, è la sua assenza, contrariamente a quanto avviene nelle arti visive in cui esplicite scelte di tendenza, si pensi all’impostazione di Kassel-Documenta, sono tutt’altro che rare. Nel campo letterario, al contrario, fatta eccezione per poche voci critiche, prevalentemente al femminile, ciò che prevale è un’informazione neutra, attenta a non schierarsi. Conseguenza della resa al dominio incontrastato dell’‟intrattenimento”, secondo la definizione che ne diede Foster Wallace, in cui i requisiti richiesti sono leggibilità e trama accattivante.
Tutto ciò riguarda, tuttavia, il romanzo, in quanto la poesia, in forza della sua fragilità sul mercato, ha usufruito di un isolamento che nel corso del tempo le ha giovato. Non che gli effetti della restaurazione anti avanguardia dei primi anni ʼ80 non si siano fatti sentire, basti pensare alla fortuna di cui oggi ancora godono le poetiche scaturite dalla “parola innamorata”, ma in questo caso la resistenza di coloro che rifiutavano di rassegnarsi alla centralità dell’io lirico, è stata molto più efficace. D’altra parte, la vitalità della poesia a fronte di una certa stasi del romanzo è questione antica. Merito della presenza sulla scena degli autori della neoavanguardia che non hanno mai mollato la presa, Balestrini e Sanguineti su tutti, e poi di esperienze nuove che fin dagli anni ʼ90 hanno dato nuova linfa alle scritture alternative: il Gruppo ʼ93, riviste come “Baldus” e “Altri Termini”, sul fronte della poesia sonora e visiva il lavoro di lunga durata di Arrigo Lora Totino, Giovanni Fontana, Lamberto Pignotti, sulla performance e sull’oralità hanno continuato a produrre Lello Voce, Tomaso Binga, Carmine Lubrano, quest’ultimo attivo anche con il progetto di “Terra del Fuoco”, riviste come “l’Immaginazione” e “Frequenze poetiche”, cui si è aggiunto negli anni più recenti il “Gruppo Gamm” da cui è scaturita una nuova generazione di poeti. Video artisti, il caso più eclatante è quello di Ophelia Borghesan, che utilizzano computer grafica, animazioni, suoni, parole in un’originale e urticante lettura di questi nostri tempi; artisti totali come Rezza Mastrella per i quali il lavoro di destrutturazione e reinvenzione della parola serve a svelare l’assurdo presente nei rapporti sociali. Solo alcuni dei nomi in campo, ma utili a rendere l’idea di un contesto assai attivo. Il motivo di questa sommaria rassegna? È necessario, nel momento in cui si sceglie di lavorare creativamente sulla parola, dichiarare il proprio posizionamento, in quanto la poesia, così come l’arte, non nasce da una solitaria ispirazione ma è la conseguenza di un percorso di ascolto, studio e, termine quasi impronunciabile oggi, lavoro teorico. Il punto da cui partire è l’idea di un lavoro sul reale che neghi lo statuto privilegiato dell’io e dia voce ad una sorta di testo senza autore, prossimo a quell’idea di voce corale, di cui ha parlato l’ultimo Sanguineti. Per lavoro sul reale non va intesa la registrazione di materiali, ma la resa del flusso di immagini su immagini, frammentario e senza sintassi, su cui si forma il pensiero. Come nel caso della meditazione, il contrario del vuoto, punto da cui inizia il processo di liberazione dell’io.
In questo senso la poesia può essere intesa anche come una meditazione sulla meditazione, seguendo l’esempio di quella componente del “movimento” beat – Joanne Kyger, Michael McClure, Gary Snyder, Philip Whalen – che sviluppò il Projective verse di Charles Olson. L’idea che il testo sia come uno spartito musicale, in cui ad una percezione ne segue immediatamente un’altra in grado di suscitare continui incontri neuronali nella mente del lettore, innescando in lui un’esperienza sensoriale e di invenzione del reale. Il poeta, in questo senso, non è che l’attivatore di un meccanismo che deflagra in mille piani: suoni, disegni, fotografie, animazioni concorrono ad innescare un flusso percettivo non limitato alla sola parola ed in grado, ribaltando schemi e pseudo certezze, di attivare una nuova produzione di soggettività. Per farlo, il riuso degli strumenti dell’avanguardia novecentesca dal collage, alla citazione, al montaggio, al segno grafico, al suono.
La raccolta che comprende i testi qui pubblicati, Interlinea, https://www.amazon.it/s?k=interlinea+paolo+allegrezza&__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&ref=nb_sb_noss, si compone di quattro sezioni ognuna corrispondente ad una funzione diversa. Fuori riprende una forma tradizionale della poesia giapponese quale l’Haibun, un prosimetro che descrive una breve storia prevalentemente di viaggio secondo il modulo del diario e del piccolo saggio; una sorta di registrazione del “qui ed ora” che cattura l’incanto di un momento speciale ed evoca l’infinita potenza del nostro rapporto con il vivente. Tutorial, utilizza in modo paradossale un modulo assai diffuso nella comunicazione contemporanea, le istruzioni per l’uso, per richiamare l’attenzione sul contenuto di citazioni o affermazioni volutamente apodittiche ma orientate nell’indicare una scelta di campo. Multi/versi segue il filo della riflessione sulla poesia e sull’arte, anche in questo caso attingendo alla citazione (Burroughs, Manganelli) e si rifà ad un concetto di lunga durata del pensiero materialista, da Bruno alla fisica contemporanea, che qui diviene allegoria dell’eterogeneità e della contaminazione. Assembla/ti si muove intorno al contrasto tra un meccanismo apparentemente a chiave (il rebus, la combinazione testuale costruita sulla citazione) e asserzioni volte a confutare residui di umanesimo progressista; anche in questo caso utilizzo di alcuni autori prediletti quali Osip Mandel’stam e Rosi Braidotti.
Ibridare, connettere, aprire nuove possibilità di senso e di vita, trasformare, sviluppare le nostre capacità neuronali ribaltando le plumbee letture della rassegnazione e della distopia. Possibile immaginare un ruolo più affascinante per l’arte? (p. a.)
* Poesie 2017-2021, autoprodotto, 2021, pp. 49
* * *
Highlanders
Sagome circolari intrecciate
in crescendo evocano le volte di una cattedrale
in corteo per le vie del paese la sostengono
in sei davanti alla chiesa poi
la discesa verso il mare
depongono la cattedrale in acqua
guizza il riflesso su onde lievi
interstizi porosi sull’asfalto
*
Gelso
Vermiglio dei frutti
il mito di Piramo e Tsibe
Sulla leggera altura sopra il torrente arido
ne raccogliamo con P.
grande conoscitore di piante medicamentose
mi rivela che le foglie del gelso nutrivano i
bachi da seta
Alto 15 metri fusto grande ampio fogliame
il nero saggezza
il rosso immaturo
il bianco vanità
Al centro della carreggiata
il bar dei motociclisti
granita (di gelso)
(dalla sezione I fuori)
* *
Nascita
nato il
14 aprile 1962
o nato il
14 aprile 1865 quando fu ucciso Abraham Lincoln
o nato il
14 aprile 1942 quando un idrovolante giapponese bombardò la città di San Diego
o nato il
14 aprile 1986 quando la stessa cosa fecero gli americani in Libia
o nato il
14 aprile 1205 quando si combatté la battaglia di Adrianopoli
*
Sciame
Davvero affascinanti queste abitanti del nostro pianeta
Sulla parete di vetro opaca della pasticceria
dialogano con le loro minuscole proboscidi e pelosissime zampette
libere e ferocemente affamate di contatti impollinanti
In sincronia con l’asse terrestre e solare
volano ronzano copulano promiscuamente
l’operaia quando punge
lascia i suoi gangli nella vittima
ma dopo poco non può che morire
Sciamano per misteriose ragioni sorde
alle invocazioni di ritorno
vagabonde e pignole
portano la specie con sé
Affascinanti queste abitanti del nostro pianeta
(dalla sezione I tutorial)
* * *
Cemento
Possibile entrare nelle feritoie
un pesce vola sulle nuvole come alture
senso di quel granito
osservandone le venature
trasparenza dei perni
nuota senza posa
*
Segno
Fluttua grammatica del profondo
reticolo
sulle
pareti
traccia
*
Buchi
non si può entrare ma
può uscire luce/materia
si può entrare ma non
può uscire luce/materia
non si può toccare ma
può uscire luce/materia
si può toccare ma non
può uscire luce/materia
non si può vedere ma
può uscire luce/materia
si può vedere ma non
può uscire luce/materia
non si può sentire ma
può uscire luce/materia
si può sentire ma non
può uscire luce/materia
(dalla sezione Multi/versi)
* * * *
Può
Può essere la rappresentazione
del mare o
del cielo
ma non può essere ciò che
pensi sia
può essere montagne e prati
ma non può essere ciò che
pensi sia
può essere alga o croco
ma non può essere ciò che
pensi sia
*
Resa
L’importante è ricordarsi
che stiamo vedendo un film
e quindi la storia d’amore
è mera invenzione
Quando sei consapevole
di essere un produttore
di energia
grazie all’abilità di sottrarti
un campo di forze
Arresi al fatto che il pensiero è prodotto dalla bocca
sul fiume Sumida i fedeli in processione
chiedono scusa ai pesci per averli uccisi con reti
fiocine lenze e vi è persino un ponte
a Tokyo dedicato alla memoria di un gatto
*
Retta/Curva
Il sole tramonta proprio di fronte alla punta
del litorale disegna una linea retta
immaginaria
in natura le linee rette sono molto rare
si trovano nei cristalli
non nelle forme viventi
il corpo umano è eretto
stabilità “naturale” dell’angolo retto
conseguenze della ragione dell’ingegno che ha portato l’uomo negli
igloo o nelle capanne
Intanto un gabbiano scende in ampie curve e
conquista il suo pasto quotidiano
(dalla sezione Assembla/ti)
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