AA. VV.. La poesia, nonostante una società avversa,è disposta a sperimentare forme sempre nuove di espressioni? Se sì, come e perché? Se no, perché?

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1 Felice Piemontese, La normalità e la sfida, in «Uomini e Idee», Anno XVIII, n. 1, Napoli, aprile 1975, p. 26 e segg.
2 Edoardo Sanguineti, Ideologia e linguaggio, Feltrinelli, IV ed., 1978, p. 65.
3 Vladimir Jankélévitch - Béatrice Berlowitz, Da qualche parte nell’incompiuto, Einaudi, 2014, p. 171.
4 I Quaderni del Bardo, 2023.
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Una risposta a “AA. VV.. La poesia, nonostante una società avversa,è disposta a sperimentare forme sempre nuove di espressioni? Se sì, come e perché? Se no, perché?”

  1. Può anche o ancora dirsi “avversa” la società attuale? La domanda che potrebbe essere elusa poiché si potrebbe adattare ad ogni epoca relativamente alla “poesia”, oggi non lo è più “tanto”. Il tempo della comunicazione “veloce” non consente di intuire o riconoscere il “canone” poetico. Nel magma della società liquida, nella lividissima palude che è la “piattaforma” nel “popolo di informatissimi idioti” ( Ferrarotti) non si scorge orientamento, scuola, poetica, genere, e ancora di più “responsabilità semantica”. Mi sono dedicato una vita allo studio del nostro Novecento. Ora leggo quasi solamente classici. Ottimo tuttavia riparlarne.

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