Scivolare è una raccolta di poesie che narra di tutti i maldestri tentativi d’esistenza che si compiono per stare al mondo. E lo scivolare è un lasciarsi andare alla vita ma è anche un cadere. Comporta sempre un rialzarsi e ritrova nell’amore l’antidoto più potente al torpore. Scivolare è movimento, la condizione necessaria per navigare in questo mare. In un presente che coltiva il futuro, guardando al passato, con dolcezza e coscienza, innumerevoli Io combattono piccole battaglie personali contro assiomi generali, fra parole di speranza e di perdono, crescita e spaesamento, strade a senso unico e scorciatoie (v. c.).
* * *
1.
Così lontano, così vicino
annidarsi quell’assillo
ripetermi a memoria i detti dei saggi
seguirne le dottrine
provenire da un’altra solitudine
come alieno triste
con una coscienza da genio
nel rigore dell’anima
e l’incomprensione dei propositi
vacillare quella saldezza
sentirmi a casa nei pianeti
2.
Nel sentiero che vedevo lontano
impestato dalla nebbia
morivano parti di me
come soldati sulle mine
saltavano per aria braccia e gambe
la testa mozzata roteava
in una danza tutta sua
altrove c’erano le stelle
ma la notte non ci apparteneva
il buio era una prerogativa dell’anima
intorno a noi solo un tappeto arrotolato
3.
Rannicchiate come corpi spaventati
passarsi il testimone
abbraccio piccoli meandri tuoi impolverati
tu mia madre
io la tua bambina
nella tua incredibile grazia
per la tua docile battaglia contro il tempo
– l’amore basta ai burroni, che non spaventano ormai più –
vivi quello che hai da vivere
come le ricette che segui
inizio, preparazione, attesa, fine
ora attendi
l’ingombrante vuoto
che lascia la focaccia finita nel piatto
ti lecchi le briciole dalle dita
quel che resta di un tramonto
4.
Dentro ai nodi stretti
rannidati i miei strilli
slacciati se il tempo mi prende tutto
la nave che parte e non fa ritorno
la corda dell’arco ben tesa
la freccia puntata sulla preda
per catturare il pianto
e ferirlo nella crepa
5.
Domani è il passo che non faccio
e trovo il mio posto
nel mondo degli addii
dove
– con una parvenza di verginità alla vita –
saluto il cielo con la mano
pregando la scoria di non essere radioattiva
e salire fin dove si arriva
6.
Punti di partenza senza arrivi
per ritrovi irrisolti
con la solita creatura
che piange se ha fame
imparo l’arte della resurrezione
quando i nei
disegnano il percorso per uscire dal corpo
e sulla mappa
tiro la linea che collega la casa al nascondiglio
addobbo la porta con un fiore
7.
Sei il capolavoro del gigante
la tensione incessante degli allarmi
che rimbombano in tutta la città
sei filo elettrico
esplosione
la mia anima s’attorciglia al tuo manico
e tu,
pentola calda,
riscaldi il nostro brodo
in cui ci si fonde come si può
per prendere posto in ogni dove
Moriranno le agonie
e le ali consoleranno i cieli
dai rimasugli di parole
8.
Un falò che arde
i luoghi
un fedele che prega
i giorni
cercare cavilli
parvenze di realtà
ritrovi negli appigli
a tu per tu con chi si chiede
se è prima il volo o la caduta
confortando il fusto
dalla diramazione infelice
9.
Quando nelle vene dell’inverno
l’anima si tiene ben dritta
e non cede al precipizio
il crocevia dei geli
rende ai fantasmi una dignità mortale
di strati invisibili
sorti da fondali scoloriti
e nelle piroette di fumo
che fuoriesce dal camino
10.
Quando il sonno sopraggiungerà
il ricordo
nella caduta
incontrerà il sogno
con il perdono
tutto diventerà possibile
in un tempo piccolo e finito
la foglia secca sarà schiacciata dalla suola
e le sue briciole infesteranno il paesaggio
in un inedito presagio di miseria
nel vincolo di un labbro chiuso
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Biografia di Valentina Casadei
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