*
DOMENICO ALVINO
Poi il mare si riprese
il suo,
di nuovo
le onde addentarono verdi
coste e declivi,
con un urlìo continuo
fin dentro il cuore
delle rocce
a strapiombo…
Pecore
color di stoppia
mimetizzate perse
una sola
nera
brillava
nell’occhio buio
di una fame all’agguato.
Roma, 9 – IX – 2001
*
ANDREA ASTOLFI
quando ci si sveglia
si inizia a pensare
si inizia a pensare
meglio dormire
sognare al pensare
non ricordare
***
cerco tra le note
una poesia che non
esiste
forse questa
esiste?
*
ALFONSINA CATERINO
a mia madre
… Vedo angeli
sugli aquiloni
spiare Dio e smerigliare
uomini d’acqua interiorizzati dolore
magneti del cuore
fioriti che viaggiano neutrini
eccipienti futuri elementi
le soluzioni giganti
.
L’ultima stella sa tutto
l’ho cercata giorno e notte
nei covoni della lingua
capofila delle canee
latrate in faccia alla luce
squarciata in mezzo
Velo Sbilenco Nome
straniero che conduce
fuori
.
Cieli smerciati d’amore
voi sapete l’increato
vi seguo muta …
.
.
… Fulgore almanacchi
riciclo e vedo bestie nel cortile
ricordo immenso quanto l’eterno
che, facciamoci caso, si tocca con mano
e nessuno dica che ogni molecola di silenzio
fecondata di notte, non apporta un senso
d’onnipotenza come essere
Dio e foglia
cioè fuga e scampo
.
Nuovi almanacchi vedo
nel punto esatto ridotto a faglia
sopra gli artigli cerco l’azione
affresco d’amore o cosa trovata per
strada sotto masse minerarie fuse d’oro
scalpellando polveri
una sera senza tempo
e non era inverno
.
Ogni attimo il palco
arriva soglia dall’oriente
e la morte ribelle
sotto al sole
è sale vecchio …
.
.
*
MARIA EUGENIA CONDE FERNANDEZ

*
MARIA ROSA FERRARA
Madre natura
Dentro di me ho tutto:
Il mare
Infinito e calmo che all’improvviso
urta contro neri scogli- quando mi si lascia sola-
alla deriva tra agitate onde-
Il cielo
Immenso e azzurro che all’improvviso
si riempie di nere nuvole- quando mi si lascia sola-
tra lo scrosciare incessante della pioggia-
La montagna
Maestosa e verde che all’improvviso
diventa nera roccia- quando mi si lascia sola-
a sbatterci contro la testa-
Ho tutto dentro di me:
L’infinito mare che
riaffiora tra gli scogli
L’azzurro cielo che
cessa di piangere
La maestosa montagna che
rinverdisce la roccia.
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VINCENZO GUARRACINO
Canto notturno di un lettore errante dell’ansia
per il settantesimo genetliaco
di Mario Lunetta
Lunetta, che la ludica lucerna
usi all’uopo all’usta dell’umano
nonsenso non negare, niente,
eccetto l’epiteto di enigmatico,
tra tante trame ti trafigge tamquam
tradirsi tacendoti nel tempo
adulterato dall’ansia àneu l’anima:
mira, mario, in che mota il mondo muto
annaspa affidando aristotelici
riscontri ai rigurgiti rabbiosi di
idiozia intorno all’impossibile
ordine orrendamente obnubilato:
ah, ad altro aspirava la tua antartide
truccandosi da terra travagliata
tra terrori e tenerezza, il tuo teatro
eretico, energetico, esperanto
nutrito di nausea e nihilismo,
utopia e ubbia up-to-date,
lume con lestezza là da Lhasa.
*
ORONZO LIUZZI
Presente estremo
l’impronta umana sul terriccio
odia la pioggia
acida dell’estate
interrompe
echi di voci
tracce di luce disperse
richiami
segni
sussulti
rimandi
cenni di forme imperfette
cancella
il vissuto interiore
l’ombra tremula
vibrante
l’impulso
della materia vivente
la memoria
*
FRANCO PANELLA
“IL PIACERE deve ore (capovolte)”

*
MARISA PAPA RUGGIERO
