Aderire al passato non è nostalgia né sentimento reverenziale ma nasce da una profonda condivisione che annulla la cronologia.
Rifiuto l’organizzazione facile dei ricordi, non evoco, invoco.
Nelle mie opere visive la presenza umana,il segno, il frammento, svaporano nel fantasma, la dimensione è reale e irreale, è una dimensione di erranza, in cui riconoscere la condizione di passante. C’è un’ intima estraneità.
Nell’opera penetro una parte di me che niente ha ha che fare con la maschera dell’identità, mi sento un naufrago scampato per caso su di un’isola deserta (k. f.)
* * *






