Presentiamo ancora una volta alcuni testi asemici. Sono dello statunitense David Chirot (noto anche come David Baptiste-Chirot), uno dei pionieri dell’arte asemica, unitamente a Jim Leftwich e Tim Gaze, che hanno fusa l’asemica con la poesia visuale, ottenendo una nuova immagine di segni parole colori, fino a diventare un genere (o sottogenere) a partire dagli anni ’90 del secolo scorso, che oggi potremmo definire (passateci il termine) “poesia visualasemica”. Il suo concettualismo asemico produce distorsioni e decostruzioni del linguaggio “strappato” al campo semantico, che attinge dal suo ambiente, dalla realtà, dalla società, da argomenti anche politici e razziali.
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Scorrono sotto gli occhi, le poesie visualasemiche di DAVID BAPTISTE CHIROT, come il sole della sera inoltrata, quando sull’acqua, la pasta mobile dei suoi raggi, rapprende negli occhi, macchie che sbiadiscono contorni e fulgore, solo ponendo lo sguardo da un’altra parte. Le immagini allora, si sfigurano come avviene per le poesie di CHIROT, in cui ogni forma diviene probabile accentratrice di un discorso dai connotati misterici, vaghi e irriconoscibili, se non letti, assurgendo ausili da tutti i sensori…Allora esso, sembra staccarsi dalla sua sede e liberandosi da vincoli e simboli della terrestreità, involarsi dove lo spazio, in attesa, ne riconosca, la matrice atemporale per sintetizzarsi anima d’una acquorea fusione –