I ragazzi di oggi vuoti e senza ideali?

Discussione in facebook sul post di Francesco Pisano: «I ragazzi di oggi vuoti, senza ideali, senza valori, senza morale praticamente impregnati dal nichilismo ideologico e morale/valoriale».

Giorgio Moio ‒ Franco non sono d’accordo. I giovani di oggi hanno tante di quelle capacità che la mia generazione non aveva. Eppoi, per es., cosa si è fatto o si sta facendo nella nostra Quarto per riempire i vuoti, per dare valori, ideali, prospettive di realizzarsi ai giovani? Anche i giovani vogliono realizzarsi, non sono tutti fannulloni, ma non sanno come fare. Per favore, prendiamocela con noi di una certa età ché gli abbiamo lasciato un mondo senza ideali, una politica affaristica ed una economia basata sul più forte.

Francesco Pisano ‒ non sono del tutto convinto… basta affermare che sono così per colpa di altri… può anche essere vero, ma è in minima percentuale. Chi è ogni giorno con i ragazzi ‒ ed è serio intellettualmente ‒ lo sa bene.

Giorgio Moio – Intellettualmente parlando ti dico che i nostri padri ci hanno lasciato in eredità valori morali, ideali, onestà e solidarietà. Noi, ai nostri figli abbiamo lasciato la caduta degli ideali per far posto ad un falso eldorado, con tutta la permissività del caso, lasciandoli nel caos di un mondo che ormai riconosce solo l’aspetto economico.

Francesco Pisano ‒ in parte posso essere d’accordo con te, ma non mi sta bene responsabilizzare del tutto questi mocciosi e viziati.

Gabriella Molinari ‒ Prof. ti prego non generalizziamo… ci sono ragazzi che non hanno il papà e addirittura una madre in sedia a rotelle ma la situazione non è invalidante anzi… se la cavano benissimo facendosi bastare l’esempio di adulti responsabili,semmai avesse avuto intorno adulti che non “servono” neanche per se stessi allora sarebbe diventato il cattivo esempio della società stessa, colpevolizzerei soltanto i genitori, solo loro, non i ragazzi!!

Francesco Pisano ‒ Gabriella lo so non generalizzo, ho solo espresso quello che penso dei giovani.

Gabriella Molinari ‒ Nella maggior parte sono l’esatto specchio dei propri genitori o di chi ne fa le veci…

Francesco Pisano ‒ Beh, non sempre, ho conosciuto genitori esemplari di ragazzi discoli.

Gabriella Molinari ‒ Sì, vero. Nella maggior parte dei casi il genitore forma. Poi c’è l’eccezione, dove vedi proprio che sarebbero preferibili lavori forzati nei campi invece della colazione a letto!!

Giorgio Moio ‒ Franco, Gabriella sta dicendo nella maggior parte dei casi i genitori latitano, come pure la politica. Tu sei assessore o hai fatto l’assessore: cosa hai costruito per i giovani affinché non bighellonassero per le strade cittadine senza uno scopo sociale, o adagiarsi sulle panchine della piazza o su quelle della villa comunale a guardarsi in faccia e non capire che razza di società hanno ereditato. Da anni si parla di costruire una biblioteca, una piscina comunale, una pista di pattinaggio, un centro dove si possa ascoltare musica o vedere videoclip, conversare, discutere, proporre idee. Ma senza l’appoggio della politica, che dovrebbe essere lo strumento per migliorare la società, avremmo sempre più giovani, come li chiami tu, “discoli”.

Maria Minopoli ‒ Non sono d’accordo!

Francesco Pisano ‒ siamo in democrazia… ho solo espresso una mia opinione sui giovani, partendo dalla mia esperienza… non è la bibbia.

Maria Minopoli ‒ Giusto.

Giorgio Moio ‒ Ma prima di esprimere la tua opinione sacrosanta, dovresti, da educatore, analizzare prima il contesto dove certe devianze nascono e si consumano. Sbaglio? Giudicare è sempre stato più facile di proporre soluzioni.

Giorgio Moio ‒ A Quarto sono 30 anni che la politica è latitante, “nascosta” agli occhi della popolazione per fare i loro loschi affari. Tre-quattro commissariamenti la dicono lunga. E ce la vogliamo prendere con i giovani per questo? Troppo facile. Diamogli responsabilità ai giovani e vedrai che, quelli indifferenti saranno poche unità.

Francesco Pisano ‒ Giovanni per esprimere il mio pensiero vuol dire che ho analizzato attentamente il contesto in cui vivo, quello che voglio evidenziare e solamente che i ragazzi di oggi almeno quelli che io conosco non hanno ideali come una volta li avevamo noi, non hanno valori… ma soprattutto non hanno il rispetto per le persone più grandi di loro.

Filomena Merone ‒ Cianna accis……tropp skustumat…..senza nisciun sens e responsabilità……a primma kos sanna mbara’ l’educazione e o rispett re ruoli …..tropp ciucci e presuntuosetti……gli stessi laureati …….pur Papa Francesco ha ritt ka contr a skustumatezz …..amma skrolla’ polvere…….ma kanna capit……ka stamm semp ke vokk apert a credere alle loro bugie grossolane? Senza fa, naturalmente un’evr unu fascio…….e buon s salvan a p llor………naturalmente. Akkuminciat a kiamna’ e kos ko nomm e kugnom llor……vrit ka v truat buon assai addetti lavori……vari!

Giorgio Moio ‒ Signora, il senso di responsabilità dobbiamo insegnarlo noi genitori, visto che la scuola, che poteva darci una mano, ha fallito. Finché si troppo permissivi, i figli non apprezzano quello che hanno, i valori vanno insegnati non si trovano per strada. Mio figlio ha 23 anni e non è per nulla scostumato o lavativo. Perché? Facciamoci un esame di coscienza, a partire dalle istituzioni, dalla scuola, fino ad arrivare ai genitori. Vedremo sicuramente dei miglioramenti.

Brunella Santoro ‒ Ma da chi?

Brunella Santoro ‒ Dalla Signora?

Brunella Santoro ‒ Da lei?

Brunella Santoro ‒ Questa è bella!!!!

Giorgio Moio ‒ Questo dipende da noi, dalla nostra responsabilità verso la società. O si pretende che siano responsabili i figli in una società dove non ci sono più punti di riferimento: il lavoro (quando c’è) precario; l’apprendistato ormai inesistente (quando assumono i giovani li voglio già con esperienza, mio figlio docet), la politica che non funge più tra la popolazione e la società; la scuola, compresa l’Università, indietro di dieci anni rispetto al resto d’Europa, ma anche in Italia ci sono differenze: i nostri studenti (quelli del sud, intendo) sono almeno di un anno indietro a quelli di Bolzano, del nord insomma. Dati ISTAT dell’ultima ora. Dal corso normale (non dico straordinario) di queste cose, possono arrivare i miglioramenti. Ma lei ha capito che due famiglie che abitano sullo stesso pianerottolo non si conoscono e a stento si sono scambiati un “buongiorno” in tutta la loro permanenza? Diamo questi valori ai giovani: solidarietà, rispetto, altruismo, sogni da realizzare, distribuzione dei beni…

Francesco Pisano ‒ Giovanni io non faccio un discorso politico, oppure il discorso sul lavoro io quello che voglio mettere in evidenza e che nella mia esperienza di docente sempre di più con voi che hanno una mancanza di rispetto nei confronti delle figure istituzionali come ad esempio di docente e tutto questo spesso e avallato anche da genitori sono iperprotettivi.

Pasquale Binnu Silvestre ‒ Insomma un pensiero coerente con il ruolo educativo/formativo che ha scelto sposando:

A) la fede

B) l’impiego nella scuola

C) la politica

Facile dire cosi per chi ha ereditato dalla generazione dei propri genitori un mondo ricco e con valori forti, elementi che poi la generazione Dei NOSTRI genitori (sono un ‘93) non è stato in grado non solo di trasmettere ma nemmeno di preservare. Prof. Mi consenta, ma la storia dice che la sua generazione è quella che ha “mangiato” tutta la ricchezza accumulata nel dopo guerra con il lavoro dei nostri nonni, quella che non è riuscita a portare avanti il valore in assoluto più importante LA FAMIGLIA, con un tasso di divorzi altissimo.
Oggi la mia generazione tra le macerie prova a costruire un nuovo mondo fatto di propri valori ma si trova a fare i conti con quelli che dopo aver distrutto si permette di criticare quelli che senza strumenti e con prospettive per il futuro agghiaccianti cercano di Ricostruire.

Francesco Pisano ‒ Pasquale dal tuo commento capisco che tu non rientri in quei ragazzi che incontro quotidianamente. Personalmente non credo nei condizionamenti poiché ognuno può con la propria libertà e volontà costruirsi la sua vita e mettere le basi al suo futuro. Ti ricordo con affetto e ricordo il tuo comportamento quando eri alunno presso il liceo Labriola.

Giorgio Moio ‒ Franco, per costruirsi le basi del futuro c’è bisogno di lavoro, altrimenti la testa va da un’altra parte.

Francesco Pisano ‒ sicuramente, ma senza lo studio non si fa nulla.

Giorgio Moio ‒ Direi, entrambi.

Vincenzo Di Pinto ‒ E chi ha dato l’esempio? Chi ha insegnato loro ciò? Francesco Pisano, abbiamo grandi responsabilità!

Andrea Di Natale ‒ I giovani di oggi sono lo specchio della società. Loro osservano i comportamenti degli adulti (genitori, altri parenti, insegnanti, amici, conoscenti, vip dello spettacolo, vip dello sport) e imitano, copiano. Alcuni genitori, fortunatamente non tutti, commettono l’errore di essere troppo distanti dai figli, poco presenti.

Vincenzo Di Pinto ‒ Soprattutto nostra! Faccio un esempio banale: i format televisivi quali amici, uomini e donne, gf … sono nati con la ns generazione e questa è la conseguenza, ma potrei portarti decine di esempi, dalla politica all’ambiente.

Andrea Di Natale ‒ Format negativi sono anche “l’isola dei famosi”, talk show in cui si urla troppo, ci si offende, senza sviscerare in maniera seria, chiara, attenta gli argomenti.

Fabi Aurora ‒ Anche quelli della vostra generazione non scherzano.

Salvatore Simeoli ‒ La colpa e nostra! Ma ci sono molti ragazzi seri.

Francesco Pisano ‒ non è così, ricordo che c’era rispetto per chi era più grande.

Giorgio Moio ‒ Vero, Franco. Anche noi, però, eravamo “ribelli”, ritrosi alle regole. Però avevamo delle prospettive, delle possibilità davanti, degli ideali che ci frenavano in qualche modo per una vita più “normale”. Dalla nostra generazione a quella dei nostri figli è cambiato tantissimo: quella prospettiva di vita “normale” l’abbiamo sostituita con una vita precaria, con incertezze profonde. Ora non m’interessa di chi sia stata la colpa, ma come pretendiamo che i giovani in questo contesto quasi apocalittico intraprendono una vita “normale”? Come se ne esce? Facendo ognuno il proprio dovere per cui è chiamato in campo: la scuola per una istruzione seria e di valore; i genitori più attenti ai propri figli con dialoghi ed esempi positivi; la politica al servizio esclusivo della società e dei giovani, appunto. Il resto sono solo chiacchiere.

Emilio Andreozzi ‒ Ma in che modo i giovani diventano vuoti? In che modo hanno una responsabilità di questo loro modo di svilupparsi? Possono davvero scegliere consapevolmente di essere vuoti? E se pure fosse quali motivazioni/vantaggi li spingerebbero ad una scelta consapevole di questo genere? Ed ad ogni modo da dove estrapolerebbero queste motivazioni, se non dalla realtà che li circonda e dai messaggi con cui vengono bombardati dai mass media?

Una volta i valori si apprendevano a suon di “cazziate” e, a volte, purtroppo, di “mazziate”. Perché l’essere umano, istintivamente, si cura del proprio benessere, anche a discapito degli altri e non comprende le motivazioni del rispetto di determinati valori; questo perché non ha esperienza né coscienza di tutti i vantaggi che comporta la vita in comunità, per comprendere l’importanza dei requisiti della vita in comunità.
Tutto ciò è sempre stato insegnato dalle figure adulte, in primis genitori e parenti, e in aggiunta dalla formazione scolastica.

In conclusione vengono fuori due principi che credo siano fondamentali nella comprensione dello sviluppo degli individui:

1) “Children see, children do”. I bambini fanno ciò che vedono fare, cioè replicano i comportamenti che vedono quotidianamente negli adulti;

2) L’essere umano si sviluppa secondo il suo istinto di sopravvivenza se non adeguatamente educato ai valori morali, civili, etici.

Entrambi questi principi, a mio avviso, mostrano come la responsabilità risieda negli adulti: nei genitori, così come nei membri del sistema scolastico.

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Una risposta a “I ragazzi di oggi vuoti e senza ideali?”

  1. La litiania-verità di un futuro incerto e di poche speranze non aiuta i giovani a trovare la carica per l’impegno necessario a costruire la propria vita professionale e sociale nè l’educazione poco normativa che la nostra generazione ha messo in atto nel timore di fare danni e creare “complessi” ha educato alla responsabilità individuale. Siamo reduci da anni di psicanalisi selvaggia da rotocalco e caduta di ideali. Spetta a loro, alle nuove generazione dimostrare quel che valgono e cosa sono capaci di fare-cambiare-realizzare malgrado tutto, Ogni generazione eredita il passato guerrafondaio o ideologico che sia e deve superarlo. Chi governa e amministra ha il dovere di farlo bene con onestà e lungimiranza e non ai fini del mantenimento della propria poltrona, non dimentichiamo che è al servizio dei cittadini che lo hanno eletto.

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