SARA COMUZZO, Sei poesie


Dichiarazione poetica

Per me scrivere poesia deve essere qualcosa di estremo, come salire e scendere da un treno in corsa. C’è il pericolo di spaccarsi le gambe, ma c’è anche la possibilità di riuscire a atterrare intatti verso nuove destinazioni imprevedibili. È un flusso inarrestabile di immagini che il pittore cerca di fermare su tela, ma i colori si sciolgono e l’immagine finale non è proprio sempre come quella immaginata. È quindi un cercare di fermare su carta emozioni, episodi, storie, attimi che rimbalzano sulla pagina come le palline di un flipper nella sala giochi dell’eternità.

 

* * *

 

Le domande di Orfeo

Posso aprirmi i polsi e dirti Ricuci.
Puoi indicarmi il sentiero e dirmi
Non guardare indietro.

Prendimi per mano,
portami a rincorrere i lampioni
anche se stanno fermi.

Lo spazio rubato ai gabbiani
perché siamo noi a voler leccare
le briciole
della sera più di loro.

Il cielo: un soffitto sbiadito.

Si sta sempre ad aspettare
un’alba o un tramonto
una bambola o una pozzanghera,

come una panchina
vittoriosa e troppo sola
ormai abbastanza saggia
da non badare più al conto delle stagioni.

Tenere il mare tra le braccia
è troppo facile, hai detto.
Voglio un’impresa impossibile.

Infinite le domande di Orfeo,
come le nostre,
il suo pentimento,
Cosa sarebbe oggi se non mi fossi voltato?

 

Gelato

Come dicono qua, un culo bagnato e nessun pesce preso.

La vita è un gelato,
puoi leccarla o lasciartela sciogliere tra le mani.

Il problema è che le cose calde si raffreddano
e quelle fredde si riscaldano.

L’orlo di una scogliera
non è il posto più saggio per allacciarsi le scarpe.

 

Dentro

Dentro al guscio di una lumaca c’è un mondo
ma tu non lo sai o non ci fai caso
mentre ci metti i piedi sopra
correndo distratta perché hai fretta.

Il sacchetto di patatine accartocciato
a chiedere l’ultimo contatto con le dita:
Toccami ancora, scavami.

È un tentativo di volare senza essere aquiloni
questo nostro perderci e trovarci.

Forse era una battuta, la tua
ma non ne riconosco la differenza quando sono sola.
Non parlo la tua lingua,
il dizionario non funziona.

C’è una caccia al tesoro ma si sta facendo buio.

Anche i campi si accartocciano
in prossimità dell’amianto
dalle bidonville
luminose e trafitte
come un Cristo che fa fatica a resuscitare:
Lo so, che è Pasqua ma io ho di meglio da fare.
Non mi aspettate per pranzo.

 

L’ultimo gioco

Bambine si rincorrono
poi una ricorre l’altra
mentre l’altra
va verso una macchina…

 

Caducità

Parliamo farfalle
ricordiamoci dei fiori
mentre sniffiamo cemento.

Lo sai che non è il vento il problema
ma il tuo essere foglia.

 

Buone intenzioni

Trova qualcuno che ti allacci le scarpe,
ma ricorda:
a giocare a servo e padrone, si diverte solo il secondo.

Dite a Rosie che conservo ancora il suo fiore.
Ditele che buone intenzioni
non sono necessariamente indice di buone azioni.
Provate a spiegare voi
la direzione del vento,
a capire i corridoi del silenzio.

Discorso fra superstiti:
Eri tu alla guida, lo so,
ma no, non ti odio.
Non ho tempo per odiarti.


Biografia di Sara Comuzzo


 

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