PAOLO VINCENTI, All’anagrafe dei personaggi


Con una citazione dall’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters si apre questo volume di Fabio Stassi, Holden, Lolita, Zivago e gli altri. Piccola enciclopedia dei personaggi letterari (1946-1999), edito nel 2010 da Minimum Fax, piccola ma intraprendente casa editrice romana che fa capo a Marco Cassini. E proprio come nell’Antologia di Spoon River, che abbiamo imparato ad amare in Italia grazie alla magistrale traduzione di Fernanda Pivano, sono i morti a parlare in prima persona e a presentare se stessi, in questo romanzo, che non è un romanzo: a parlare sono i piccoli e grandi personaggi dei capolavori della letteratura italiana e mondiale dal secondo Dopoguerra in poi.

Fabio Stassi presenta una carrellata di uomini, donne, anche oggetti, per l’esattezza 200, protagonisti o comprimari di noti e meno noti romanzi che hanno visto la luce nel secondo Novecento. A fornire il pretesto di scrivere questo, come il precedente libro pubblicato, è stato Gesualdo Bufalino, da Stassi conosciuto e molto amato. In particolare, come fa sapere lo stesso autore, questo romanzo si caratterizza come la prosecuzione ideale del Dizionario dei personaggi di romanzo. Da Don Chishiotte all’Innominabile (Il Saggiatore, 1982), magistrale opera di Bufalino che si fermava poco dopo la seconda guerra mondiale. Stassi riprende quel lavoro e traccia un seguito, sebbene molto parziale, ma lo stesso dice di avere già pronta una serie di altri 200 ritratti di personaggi letterari che in questo libro non hanno trovato spazio ma che certamente comporranno la materia del suo prossimo volume e i cui nomi vengono riportati in un elenco posto alla fine del libro (“Registro di altre nascite e altre paternità”).

All’inizio, viene riportata una “Anagrafe dei personaggi”, da Francesco Ingravallo (da Quer pasticciaccio brutto de Via Merulana di Carlo Emilio Gadda) e Alexis Zorba (da Zorba il greco di Nikos Kazantzakis) del 1946,  fino a un giardiniere (da Tre cavalli di Erri De Luca) e David Lurie (da Vergogna di J. M. Coetzee) del 1999. Passando per gli Holden, Lolita e Zivago del titolo, la Cesira de La Ciociara di Alberto Moravia, Mardou Fox da I sotterranei di Jack Kerouac, la Bube de La ragazza di Bube di Carlo Cassola, il Capitano Bellodi da Il giorno della civetta di Leonardo Sciascia, Palomar dell’opera omonima di Italo Calvino, Mario Jimenez da Il postino di Neruda di Antonio Skarmeta, e via dicendo.

Stassi si cala nei panni di questi personaggi e li fa rivivere, esattamente come un attore entra nella parte dei personaggi interpretati. Ed in effetti, ha un che di cinematografico la tecnica con la quale questi personaggi presentano se stessi al lettore e di cinematografico, nel senso di veloce e diretto, ha anche molto il linguaggio usato nel libro, asciutto ed essenziale, che non concede nulla al barocchismo di compiaciute dimostrazioni di bravura, ma è anzi fortemente concentrato, anche in virtù della brevità delle schede  di presentazione, che occupano al massimo una paginetta del libro, già di per se compresso dal pratico formato tascabile.

Fabio Stassi (1962), di origine siciliana, vive a Viterbo e lavora a Roma in una biblioteca universitaria.  Fra gli altri, nel 2006 ha pubblicato il romanzo Fumisteria (GBM, premio Vittorini opera prima 2007) e nel 2007  È finito il nostro carnevale (Minimum Fax). Un suo racconto è stato inserito nella raccolta Bonus Tracks. Scrittori italiani per Rolling Stones (Oscar Mondadori, 2007). Nel 2008 ha pubblicato La rivincita di Capablanca (Minimum Fax,  Premio Palmi 2009 e  Premio Coni per la narrativa sportiva 2009). A portare Fabio Stassi alla scrittura è stata una serie di circostanze, prima fra tutte quella del suo lavoro di bibliotecario. E poi, come spiega lo stesso autore, il suo pendolarismo, dovendo egli percorrere ogni giorno la tratta Viterbo-Roma e ritorno, per almeno cinque giorni a settimana. Chiaro che il libro, nelle lunghe ore di viaggio, diventi compagno inseparabile e che, ad un certo punto, naturaliter, il “demone della lettura”, come Stassi intitola la sua presentazione al libro, si trasformi in “demone della scrittura”. Così, la gestazione del presente libro è avvenuta sulle poltrone del treno, un treno letterario i cui passeggeri diventano essi stessi personaggi letterari, in un gioco di specchi e di doppi che ci riportano alla mente le trovate funamboliche partorite dalla fantasia del grande Borges.

Dai finestrini di questo treno, Stassi vede passare il mondo e così anche quella carrellata di personaggi che ha imparato a conoscere e ad amare, che scorrono davanti ai suoi occhi, come pali della luce e tunnel nel percorso ferroviario. Perché quando i personaggi sono stati partoriti e i libri pubblicati, come ci vuol dire questo bibliotecario un po’ visionario con il tarlo della letteratura, essi, da creature dei loro autori, diventano altro, come i figli si separano dai padri, e acquistano vita autonoma e possono camminare da soli nel mondo, per poi farsi nuovamente incrociare dai propri inventori, in un incontro-scontro in cui, il più delle volte, sono gli stessi scrittori a soccombere (talmente soverchiante può essere  la fama di certi personaggi letterari).

Non trattandosi di un’antologia, la scelta dei personaggi da fare rivivere in questa “enciclopedia” è del tutto personale e affidata al gusto dell’autore, che si confronta con il gusto del lettore; ed anche il lettore entra a sua volta nel libro e diventa un altro personaggio di questa rassegna, ideale passeggero di un viaggio letterario, un’altra voce nel coro, di questa polifonia da romanzo, che è la materia che compone il  libro. E noi dobbiamo essere grati a Stassi per averci dato la possibilità di salire insieme a lui su questo immaginifico pendolino e di viaggiare nel tempo e nello spazio delle 336 pagine di questo piccolo capolavoro.

 

Fabio Stassi
Holden, Lolita, Zivago e gli altri. Piccola enciclopedia dei personaggi 
letterari (1946-1999)
Minimum Fax, 2010, pp. 332

Biografia di Paolo Vincenti


 

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