CLÁUDIA ALVES, Cartoneras: la pubblicazione di libri come strumenti di resistenza


(Quest’articolo di Cláudia Alves, tradotto dal portoghese da Giorgio Moio, ci porta nel mondo di un’editoria che fa uso del cartone per realizzare i propri libri. Questo nuovo modo di fare editoria è nato in Argentina nei primi anni Duemila, a seguito della pesante crisi economica e sociale che ridusse il 30% della popolazione sotto la soglia di povertà. Ci si inventava nuovi mestieri come i cartoneri, persone che raccolgono per strada carta e cartone da vendere alle aziende di riciclaggio, “mestiere” che a Napoli si concretizzò negli anni 80 con i cosiddetti “cartonari”. Non mancarono nuove proposte culturali, come la trasformazione dei cartoni riciclati in copertine di libri rilegati a mano con tecniche povere e veloci, che venivano venduti a un prezzo simbolico alla popolazione che non poteva più permettersi di acquistarli. Ora gli editoriales cartoneras sono diffusi in tutto il Sudamerica, in particolare in Argentina e in Brasile. In Italia la prima casa editrice cartonera nasce a Padova nel 2016, grazie ad un’idea del titolare della libreria “Pangea”, Giandomenico Tono. Una nuova sfida culturale che avrà successo?).

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Negli ultimi mesi abbiamo visto molte notizie sulla crisi del mercato editoriale in Brasile. Senza entrare nella discussione su ciò che è reale e ciò che è speculazione in questo scenario, il fatto è che le grandi reti editoriali e conglomerati brasiliani (e deve essere chiaro: spesso supportati da società e capitali stranieri) stanno affrontando debiti esorbitanti, chiudendo negozi, licenziamenti e molte altre perdite lungo la strada. Di conseguenza, anche noi lettori abbiamo perso qualcosa.

Tuttavia, parallelamente a questa situazione, c’è un respiro nel mercato editoriale con il quale guadagniamo molto di più e, pertanto, merita la nostra attenzione. Piccoli editori indipendenti hanno occupato gli spazi letterari nel nostro paese con libri di qualità, prodotti secondo una logica totalmente diversa da quella praticata dai grandi editori. Ed è attraverso l’esistenza di questo altro scenario editoriale che le cartoneras hanno guadagnato sempre più importanza, con una proposta di pubblicazione basata su criteri molto originali.

All’inizio degli anni 2000, a Buenos Aires, in Argentina, è emersa la cooperativa Eloísa Cartonera con l’obiettivo di trovare alternative alla crisi economica verificatasi nel paese e, allo stesso tempo, di rendere la letteratura più accessibile alla popolazione. È così che è nata l’idea di utilizzare il cartone, raccolto nelle strade della città dai raccoglitori di rifiuti, per creare libri cuciti e dipinti a mano individualmente. Il cartone, che inizialmente verrebbe scartato come spazzatura, assume un nuovo significato e diventa copertine uniche e colorate per i libri stampati a un costo ridotto. Pertanto, questo processo rende possibile, oltre che il riutilizzo di materiali riciclabili, la vendita di libri a prezzi inferiori. Non c’è da stupirsi se il progetto abbia presto acquisito importanza riconoscimento pubblico.

Antologia del poeta brasiliano Haroldo de Campos, pubblicata in edizione bilingue da Sarita Cartonera (Lima, Perù), nel 2005

Fu nel 2006, in occasione della 27a Biennale di San Paolo, il cui tema era “Come vivere insieme”, che l’esperienza della Eloísa Cartonera finalmente arrivò in Brasile e iniziò a stabilirsi qui grazie al lavoro di Lucia Rosa. Nel 2007, dalla collaborazione tra Lucia, Peterson Emboava e altri membri della cooperativa argentina, finalmente arrivò “Dulcinéia Catadora”, pioniera dell’editoria cartonera nel nostro paese.

Dulcinéia Catadora ha sede in una cooperativa di riciclaggio nella città di San Paolo. Ha pubblicato circa 130 titoli e venduto oltre 12.000 copie, secondo i dati riportati sul sito web dell’editore. Il team ha anche tenuto seminari in altri ambienti, promuovendo e radunando sempre più sostenitori. Nel catalogo delle pubblicazioni, tra libri di poesie, racconti e teatro, vediamo nomi di nuovi arrivati, che grazie all’editore hanno potuto pubblicare le loro opere per la prima volta, nonché grandi figure della letteratura brasiliana contemporanea, come Alice Ruiz, Plínio Marcos e Manoel de Barros.

Ho avuto l’opportunità di chattare con Lucia Rosa via e-mail alla fine dell’anno scorso, quando mi ha raccontato qualcosa in più sul collettivo. Lucia ha spiegato che l’editore guida le sue attività seguendo valori come “scambio, sostenibilità, lotta contro l’invisibilità, condivisione del sensibile, accesso alla letteratura e costruzione di metodi alternativi per la diffusione di autori non inseriti nel tradizionale mercato editoriale”. Essendo basato su tali ideali, afferma che Dulcineia Catadora è “un collettivo con un’azione attivista”.

Da questa prospettiva, il libro viene quindi trattato come uno “strumento di resistenza”, che sfugge a «una produzione su larga scala sempre più insignificante, il risultato di una produzione fredda e di massa». Secondo Lucia, questo atteggiamento di resistenza modella anche il processo di selezione dei titoli che verranno pubblicati, dopodiché a tutto lo sperimentalismo dello scrittore viene data priorità sulla preoccupazione di vendere libri: «poiché il profitto non è il nostro obiettivo, restiamo liberi di divulgare autori che non sviluppano una letteratura facilmente accattivante».

Mossa da questa possibilità di ridisegnare l’oggetto del libro, la scrittrice italo-brasiliana Francesca Cricelli ha pubblicato la sua prima prosa, Errância, con Dulcinéia Catadora, all’inizio di quest’anno. Nel libro sono narrate le sue esperienze di viaggio, un tema che ha guidato le sue esperienze personali e letterarie da quando si è trasferita in Italia da bambina. Nella nostra intervista del dicembre dello scorso anno, Francesca ha raccontato di aver accettato l’invito a pubblicare questo libro da un editore cartonera prima di pubblicarlo da un editore non artigianale. Lei ci crede che «l’uso di materiali riciclabili ci aiuta a diventare più consapevoli», il che cambia l’esperienza editoriale: «Conoscere chi ha realizzato e modificato il tuo libro di persona è qualcosa che trasforma il rapporto con l’oggetto».

Francesca ha anche affermato di credere nell’importanza di essere “amanti della lettura”, facilitando la “relazione amorosa tra lettore e libro”. Per gli scrittori è essenziale essere attenti alla formazione dei lettori e, in questo senso, Lúcia scommette sull’approssimazione attraverso il lavoro artigianale che coinvolge ogni pubblicazione di cartonera: «per raggiungere le mani del lettore i libri devono andare oltre, aggiungendo lingue; devono avere come differenziale quella fattura fatta a mano, attenta, creativa e personale che contraddistingue le produzioni indipendenti».

Errância, di Francesca Cricelli (Dulcinéia Catadora, 2018)

Il processo di mettere questi libri nelle mani dei lettori diventa così un movimento che si rassegna anche, dimostrando che l’incontro tra lettori e libri non è solo in ambienti virtuali o librerie tradizionali. A tal fine, Francesca considera il “roaming editoriale” reso possibile dall’esistenza di fiere ed eventi letterari che modificano l’attuale scena della letteratura in Brasile. «Vi è una proliferazione di eventi letterari in cui le vendite di libri si svolgono in parallelo; penso che stiamo inventando nuovi modi di esistere nel campo dell’editoria da un po’», afferma la scrittrice. In questi ambienti sottolinea anche come sia possibile trovare momenti «di gioia ed effusività, perché i libri vengono acquistati, autori ed editori sono noti».

L’esperienza delle “cartoneras” ha anche conquistato nuovi territori, ad esempio viaggiando in altri continenti e motivando la ricerca nelle università. La ricercatrice Liz Gray, PhD in Letteratura comparata alla Brown University, ha recentemente difeso la sua tesi sulla poetica di intervento in America Latina, pensando a come le crisi economiche causate dal modello neoliberale di produzione e consumo alla fine abbiano motivato l’emergere nei paesi dell’America Latina di pratiche alternative di attivismo, che sono legate all’arte e alla letteratura. Parte della sua ricerca si concentra sulla produzione di cartonera, comprese le iniziative brasiliane, come Dulcinéia Catadora.

Inoltre, ho potuto assistere, nel 2018, a una presentazione della professoressa e ricercatrice Paula de Paiva Limão, dell’Università degli Studi di Perugia, in cui è stato affrontato il tema degli editori di cartonera. Paula ha menzionato i recenti incontri ed eventi organizzati in Europa e negli Stati Uniti, dove la produzione di cartonera era il tema centrale, a dimostrazione della diffusione di questi progetti nel mondo. Un altro punto analizzato da Paula è come esiste una caratteristica che unifica questa pratica in tutte le esperienze da lei analizzate: le cartoneras hanno creato spazi in cui circolano la voce e il lavoro delle donne. Dai collezionisti di cartone, relegati ai margini della società non solo per il loro genere ma anche per la loro classe sociale, agli scrittori e agli editori che partecipano alla pubblicazione di questi libri.

Progetti come questi, tra tante iniziative più piccole e indipendenti emerse negli ultimi anni, mostrano che è possibile un’altra forma di esistenza, in alternativa al sistema dominante che vede la pubblicazione di libri come un’opportunità per trarre profitto dal consumo di letteratura. È una lotta sproporzionata tentare di valutare le forze con capitale e consumismo, ma non possiamo fare a meno di partecipare a una battaglia solo perché sarà difficile vincere. Noi seguiamo!

Per l’articolo originale in portoghese visitare il blog “Marca Páginas”: <https://www.blogs.unicamp.br/marcapaginas/2019/04/22/cartoneras-a-publicacao-de-livros-como-instrumentos-de-resistencia/

 

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Per saperne di più sulle cartoneras:

Eloísa Cartonera: < http://www.eloisacartonera.com.ar/

Raccoglitore rifiuti Dulcinea: < http://www.dulcineiacatadora.com.br/

Database dell’Università di Wiscosin, dove puoi vedere i libri pubblicati dagli editori di cartoneras: https://uwdc.library.wisc.edu/collections/arts/eloisacart/

“Dulcinea Waste Picker: Cardeal Corporeality and Collective Art in Brazil”, articolo di Liz Gray: https://acontracorriente.chass.ncsu.edu/index.php/acontracorriente/article/view/1496 


Biografia di Cláudia Alves


 

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