VIVIANE CIAMPI, Promenade

La prima impressione è l’esattezza. Ciò è dovuto alla concisione, alla semplicità, al modo di equilibrare la successione dei versi evitando ogni pesantezza, ogni insistenza. L’insieme è diretto, rapido nelle due lingue, questo per l’esterno. Per l’interno più difficile è individuare la natura dell’emozione che non mi ha mai abbandonato: pasta densa del versamento discreto ad una verità che è la bocca interiore; bocca che possiede lingua di constatazione, di riflessione (sia quella che riflette sia quella che viene riflessa) e di critica, ma soprattutto con tenerezza e nostalgia quest’ultima parola a dire il vero mi infastidisce perché “romanticizza” mentre Viviane tende ad accettare il passaggio del tempo e il suo effetto su di lei e sui suoi “soggetti”. Amo quell’atmosfera composita di sentimento pensoso (oserei dire di tenera durezza) che evita sempre il sentimentalismo. (Bernard Noël)

*

[…] È di per sé evidente che questa poesia ha ottenuto dalla Musa il dono dell’originalità. Non appartiene a scuole, non a correnti e non segue mode ma si badi, non è che Viviane Ciampi punti ad essere originale, lo è e basta naturaliter, per una disposizione dello spirito che la induce, la costringe ad inventare ex novo le forme del suo fare poesia. (Vico Faggi, prefazione a Domande Minime Risposte, ed. Le Mani)


Alla fine della musica
 
E sull’ultima nota, siamo nati.
La vita ci aspettava al primo piano
siamo quindi saliti al primo piano.
Abbiamo parlato a parole spente
e abbiamo camminato con attenzione.
Dovevamo pur riempire lo spazio
come indicato nel modulo!
Era qui? no, laggiù nel paese dove
si commettono piccoli crimini (per distrazione)
e qualche bel gesto (per combinazione).
Abbiamo cercato il senso
ci siamo invitati alla tavola dei ricchi
abbiamo lanciato briciole alla tavola dei poveri
ci siamo inventati una vita perigliosa
abbiamo improvvisato notti improbabili,
giorni senza testa né coda
poiché ci avevano tagliato la testa e la coda! Ma chi? Chi?
Qualcuno.
E poi? E poi, ci siamo improvvisati.
Come bruti. 
                                        Ciascuno per sé.

*

Mormorii Amorosi Mormorii
 
La sua bocca ammiccante / l’inganno che è /
ella propone / e io e noi /
priva di rigidità / rannicchiarmi in /
immagine su  immagine ricordando ciò che /
ciò che avrebbe potuto / anche i suoi denti /
la neve dei suoi denti
mani che apre generosamente
è detto che la pioggia potrebbe cadervi ma
forte questa volta
bere nel cavo e / quest’altro orizzonte
ciò che parla: i seni /
due navi che scivolano sotto le dita
adesso ovunque ma / desiderio da misurare /
non subito non ancora / non /
il desiderio preciso luogo / lunghe ondulazioni
ci andiamo a capofitto
lei una roccia di biscotti
che giunge a musica segreta
non nasconde più / non nasconde / ma
scopre paesaggi di carne e frutta
un soffio tra partire e restare
trattenendo l’amore per la gonna / un ingranaggio /
un’opera solida
nessun incidente. Oh no. Ma lì, la lingua.

*

Claustrum

C’incontrammo in una natura morta,
un fuoco breve negli occhi.

Nulla era stato promesso
non cippi di certezze.

Frattanto il presente s’inverava
sugli schermi con gli agnelli sacrificali,
col divario, laddove un tempo
si scivolava – leggeri – nella postura.

C’era chi sulle spalle portava la paura
appesa a mo’ di zaino
e per superarla consumava incontri
più che verbali sui canapè.
Altri usavano parole molto
meno allarmanti di un volo
di calabroni disperdendole
in un ronzio superficiale.

Ma il pericolo divenne imminente.

Qualcosa si diresse verso di noi
ci spinse dentro casa
e dentro casa rimanemmo a fare il pane
a conversare coi fantasmi

a catturare luce dalla finestra
non per darle forma

per amore della luce, in sé.

Genova, marzo 2020

*

Insonnia

Più del sonno
m’è cara l’insonnia
che mi prende nella tana di flanella
compie per me l’indegno omicidio
della mia matrice civica.
Mi porta l’amaro della vulneraria
– attivo l’invettiva –
le chiocciole hanno spinte micidiali
cento guerrieri usciti dal tegame
vanno e vengono per tutti i muri
vie tracciate
– bava ovunque –
sono io la lattuga che divoreranno
mentre la cornacchia dei versi si scompone
e la prosa mi scappa di mano.

*

Relax
 
E ancora. Non tirare sulle foglie
affinché i fiori esplodano più in fretta.
Tralascia per un attimo
terreni di frizioni
sposa simboli e metafore.
La pace non si fa nei pensieri
ma nei retropensieri diceva Valéry.
Fatti colomba semplice colomba
incorporando volo e l’innocenza del volo.
Fatti ramoscello piuma zafferano
tra le nubi elevati
inventati una cadenza un’altra danza
smettila di vaneggiare in frasi irrisorie
satura la tua vita d’invenzioni barbare
sposa il carnevale
sblocca l’intestino delle tue lingue
imbocca traiettorie paesaggi
nuovi di zecca
e ridi.
Ridere è sano
ridere è un atto di fede.

*

seme di parole

ombra di parola
semina profonda
seme di parole
non è più ombra
valgano parole in ombra
per seminare nel profondo
profonda semina la parola
misere semine non contano per niente
parola semina parola
semina parola di parola
valga sempre la parola
valga sempre la parola in quanto parola
valga parola dopo parola
seminala tu
seminala tu se vale
seminala tu la parola
seminala tu la parola-semenza
seminala tu seminatore se mi senti
seminala profonda 
seminala profonda in profonda profondità
se no il silenzio
è più desiderabile

*

azzurro attorno

ho visto
battelli selvaggi
troppo numerosi
c’è inchiostro amaro
sotto la lingua
lo sputo
non apro più la bocca
il mare è cambiato
il mare conosce
il mare sa
chi parla sott’acqua
al demone epocale

*

so

so che spesso
in compagnia dell’amore
colmiamo la gravità
so che la nostra voce
sparirà nel suo doppio
so che la tua bocca
è il rifugio preferito
dell’alfabeto silenzioso
allora parlami come alla nube smarrita
scrivimi una lettera immaginaria
lascia stare il sesso
spezza la catena
siamo noi il fuoco

*

esserci

bella lezione inebriarsi d’autunno
senza l’ansia di odiare la pioggia
e tu abitante della zona
che animale sei
se non guardi
non ascolti

*

notizie dell’intimo

a lungo l’intimo
ci corteggia
credersi dove andare dove
non cercare la misura dello spazio
mantenere la postura
diventa combattimento
lungo il presente
in fondo al passato
l’estate lungo l’intimo
ovunque il divampare
ma senso non soffia
ciò che è detto è cosa fatta
quel che si muove sta in movenza
ciò che è detto in pelle di vento
la parola che osiamo
e attorno trema
una frase in più
talvolta diventa ovunque
la vita diventa grasso
ci percepiamo obesi

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Biografia di Viviane Ciampi

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