TONI PRAT, La diversio de la paradoxa…

Due volumi in uno del poeta visuale catalano Toni Prat 

 

Gloria Bordons

Le analogie sensibili

Poco tempo fa Toni Prat ha iniziato la sua strada per la poesia visiva con il suo libro Eloqüències (2008). Prima si era mosso nel mondo della scultura ma è arrivato un momento in cui è stato lanciato da pieno alla poesia visiva. Con la ferma convinzione che questa potesse essere una buona strada per comunicare. L’ avevo già detto Joan Brossa: «La poesia visiva non è né disegno né pittura, ma un servizio alla comunicazione».
Toni Prat è un buon seguace del modo che Brossa aveva di vedere le cose ed è il suo modello per costruire oggetti poetici. La tecnica che Toni Prat usa è quella del fotomontaggio o la fotografia di composizione degli oggetti poetici. In realtà, si tratta di una delle risorse più utilizzate dai poeti visivi degli ultimi tempi, in cui si segue fondamentalmente il metodo del collage, anche se questo è virtuale. La generalizzazione di oggi dei software di manipolazione delle immagini ha aperto molte possibilità a questo tipo di collage. Si tratta di una tecnica che allontana la poesia dalla scrittura, ma che gioca anche con la giustapposizione di materiali eterogenei.
Gli oggetti utilizzati da Prat sono molto diversi. Predominano gli artificiali al di sopra dei naturali, senza che questi ultimi rimangano in disparte. Abbiamo persino trovato la rosa, così cantata e allo stesso tempo indegna dai poeti (ricordiamo “la puttana rosa” della poesia “la rosa” di Josep Palau I Fabre De 1949), in una particolare metamorfosi in cui il fusto è diventato Un filo. Può essere pericolosa come una brutta poesia. Tuttavia, l’immagine va oltre: il contrasto della delicatezza del fiore con la freddezza e la crudeltà del legare produce una bellezza strana. È l’effetto poetico che, come aveva già detto Lautréamont, produce il manovre di cose completamente lontane («bello come l’incontro fortuito, su un tavolo di dissezione di una macchina da cucire e un ombrello») e che ha impostato uno dei tratti più distintivi del irrazionalità surreale: la congiunzione di realtà sconnesse, dislocate o addirittura contraddittorie. Ma Toni Prat si trova in un altro spazio: nel passaggio che ha dato Brossa in «la ricerca di un nuovo terreno tra la visuale e la semantica». Dietro gli oggetti del poeta di Vic è spesso il gioco di parole che produce un sorriso allo spettatore, stimolato sia da un effetto poetico (la lucciola sopra la lampadina) o da un effetto pungente (il microfono montato sul sifone di un tubo di scarico).
La magia del assemblage arriva a volte alla distorsione, alla inutilità assoluta dell’oggetto risultante. È il caso degli orologi inutili. Dove si trova in questi esempi la pretesa umana di controllare il tempo? Viviamo circondati da grandi invenzioni che ci hanno dato un’apparente sicurezza nel nostro divenire temporaneo, ma che, in maniera imprevista, possono trasformare la pretesa tranquillità in un interrogativo assurdo, come ad esempio la spina autoenchufado.
È “il divertimento del paradosso…”, un paradosso che deriva dalla sorpresa del comportamento insolito degli oggetti. È tutto chiaro come ci pensiamo? Qual è la funzione dell’oggetto quotidiano? Toni Prat ci offre uno sguardo inquietante sulle cose che abbiamo vicino e mette il nostro piccolo mondo a faccia in giù con le analogie sensibili che stabilisce. Questo ci induce a pensare, ci interroga, ci sorprende… in un’atmosfera permanente di buon umore. Un buon esempio di ciò che può fornire la poesia visiva dei tempi attuali. Un titolo perfetto per questa “Puca” poetica.

Barcellona, marzo 2011

Ugo Prat

La diversio de la paradoxa - Eloqüències  altres

s.e.

2012 (poesia)
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