ROSANNA SABATINI, “Parlerò di te” di Bruno Mohorovich

Parlerò di te di Bruno Mohorovich è una raccolta di poesie che fa parte della collana “Poesiaedizioni” di Bertoni editore.

Tutte le poesie, prive di titoli, sembrano raccontare una storia infinita che si snoda intorno al tema dell’amore che è stato trattato dai poeti di tutti i tempi ed anche nella Bibbia con riferimento, in particolare, al Cantico dei Cantici attribuito al Re Salomone.

L’amore è uno dei sentimenti più importanti, perché quando un uomo ama sente accelerare i suoi battiti anche se soltanto pensa o incontra la donna amata e al contrario. Non a caso il sentimento per Blaise Pascal era inteso come “il sentire del cuore” e Dante Alighieri nel Canto V dell’Inferno della Divina Commedia suggerisce che l’amore ha le sue leggi cui non nessuno può sfuggire come è accaduto a Paolo e Francesca: Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende, / prese costui de la bella persona / che mi fu tolta; e ‘l modo ancor m’offende. / Amor, ch’a nullo amato amar perdona, / mi prese del costui piacer sì forte, / che, come vedi, ancor non m’abbandona. / Amor condusse noi ad una morte. / Caina attende chi a vita ci spense.

In genere l’amore è un sentimento positivo, perché se corrisposto produce effetti benefici per l’amante e l’amato. Quando l’amante perde l’amato, allora può produrre conseguenze negative fino a trasformarsi, nella peggiore delle situazioni, in odio che può anche arrivare ad eliminare in senso fisico l’amato.

Le poesie della raccolta contengono varie declinazioni dell’amore; esse sono come il diario di un viaggio che parte da un foglio bianco su cui scrivere che il Poeta definisce “carta increspata di nuvole”, per approdare all’ultima poesia dedicata alla persona amata che anche se lontana continua ad essere la musa ispiratrice dei suoi versi: Parlerò di te / […] / Di te parlerò per te / ora che sei altrove / nel mio silenzio, presente.

L’Autore inizia il suo viaggio attraverso l’amore con penna incerta (È per te / quest’uomo che pensa d’esser poeta / per te); nella sua testa compone musiche che non sa trascrivere sul pentagramma, desidera incontrare la persona amata e si accontenta anche solo di ritrovarla nei versi delle poesie che lei gli detta e che diventano finalmente “spartiti” tutti suoi, poiché la penna non è più incerta guidata dall’Amore.

Il cielo è uno degli elementi che ricorre spesso nelle poesie della raccolta; il Poeta lo interroga e lo paragona a un “lenzuolo” nel quale perdersi con la speranza di ritrovare l’amata, oppure, nel quale i suoi pensieri si disperdono “in squame di stelle” che distruggono l’immagine del volto dell’amata e la speranza di rivederla; il Poeta vorrebbe volare in cielo insieme all’amata (Con il tuo alito di baci / vorrei segnare / sentieri di secche foglie / e disegnare la via / verso quel ritaglio di cielo / dissolvendoci, insieme) e per lui diventa lo strumento che la veste di stelle e lo fa desiderare “d’afferrare il silenzio” sul suo volto.

Ma questa amata non è reale ed è reale nello stesso tempo; questa amata è desiderata, inseguita, sognata, persa, ritrovata nella fantasia dell’Autore ed è proprio la sua ricerca che rende le poesie della raccolta un vero e proprio inno all’Amore continuo, un concerto amoroso che ammalia il lettore ed entra nella sua anima per restare per sempre.

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