MARISA PAPA RUGGIERO, Erranze


(Poesie quasi tutte inedite e senza titolo facenti parte di una raccolta in corso di stampa)

 

                                            

È qui la tigre

mi spezza il respiro mi fissa

in un gioco di specchi

Tre passi avanti e la punta di un fioretto alla gola

ad ogni scatto di lancetta

tra l’istante e il nulla

Da qui mi vedo isolare l’attimo

scalando formulari indocili da cui

mi sporgo in bilico sul fiato

è qui la tigre è qui che ustiona

l’intero sguardo

adesso che questa voce di viva carne

entra a ricalco nella parola scritta

(inedito)

 

 

 

*

Inquieto sulla pagina l’occhio

è un’ala bianca in volo che lampeggia

tra gli spazi vuoti di questo foglio

suo compito è bucare lo schermo

Sa in anticipo del pensiero

che la modella nello spazio

e ti viene incontro a dirtelo

Guarda le tue parole darle forma

sul filo teso di una rifrazione amplissima

nel tragitto d’ali che si riflette in acqua

e tu sei ora all’interno

del suo movimento

tra gl’infiniti punti di un disegno

 

scagliato in aria

 

nel gorgo incandescente che l’assorbe

nella magia della visione

(inedito)

 

 

 

*

 

Se mi sposto lo sai

rompo l’assetto delle immagini

che hanno in corpo l’enigma

la sacca rossa di aromi di malizie

sul limitare di soglie strette

sillabando sottolingua una

sonata patafisica gettata in mare

in queste acque fervide di senso

che ci specchiano

occultando le tracce tra l’istante e il nulla

dove tutto si rompe

per la caduta di un sassolino

dove di nuovo tutto ritorna

(da Se questo è il gioco)

 

 

 

*

 

Tieni la mano ferma metti a fuoco

c’è una distanza campo che comanda

il senso di una forma appesa al moto

Tentare di tener ferma la visione

nell’urto di uno scatto

allora entrare in quel conoscere folle

estraneo all’occhio e non saperlo

Forse è allora che sul fiato raggiungi

una strana aggregazione

un solo tocco nel fondo di ogni tasto

ed ora sai che è quello che dà voce a tutto

(inedito)

 

 

 

*

 

Se entri in gioco lo spiraglio è aperto

nulla c’è che ti annunci

sei nel mio movimento

puoi guardare come esplode

una forma mentre mi zufoli

sotto la maschera strani contagi

vocali anomale tra la voce e il foglio

in queste acque gravide di senso

che ti specchiano

mentre ti spacchi svenata fino

a restare muta

senza sillaba dentro

(da Se questo è il gioco)

 

 

 

*

 

Se mi gioco sul nero è perché a quest’ora

il matto dei tarocchi

sta prendendo il mio posto

tra gli interstizi di questo sogno

dispone i posti assegnati

le regole del gioco le sinapsi

sul piano vibratile del foglio

chiama l’ombra ai muri

Gioco e dramma fanno appesi al fiato

strani contagi in scorci e affondi dove

strizziamo ciechi il sangue alle parole

come una sentenza mai scontata

ed è lì a taglio di respiro che

sperimenti il vuoto sulla sillaba

tu che spii il tuo nulla stando fermo

io sulla ruota girevole presa a coltellate

(inedito)

 

 

 

*

 

Al rifluire dei contrari l’impronta

di te al mio posto

su questo schermo sotto le ossa

noi uccelli acquatici pesci volanti

in mutazione

dialoganti a ricalco entro carte sensibili

qui che ti vedo

spostare con dita indocili

parole dall’interno

contemplare il limite il flash sonoro

di una rifrazione

e sai che nulla resta di ciò che era

tutto diviene furiosamente altro

(inedito)

 

 

 

*

 

Sul limitare di soglie strette

l’ora senza lancette ha un suono assente

ed io dispongo segni e cifre sulla tela

e vedo prender forma sotto le dita il mio novembre

dentro cerchi di nebbia ed ora è spazio

che si contrae in smog torcendo l’aria

coi colori fiammanti della tarda estate

che vedo esplodere dalla mia finestra

ma è il ritorno delle rondini

da tempo estinte a muovere le tende

è il polline di marzo

che mi fa starnutire

(inedito)


Biografia di Marisa Papa Ruggiero


 

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