MATSUO BASHO, Ventuno haiku

PROSA – AFORISMI – HAIKU


(«L’haiku racchiude ciò che vedete, ciò che sentite, in un minimo orizzonte di parole», scriveva Roland Barthes)

 

L’erba estiva!
È tutto ciò che rimane
del canto dei guerrieri

 

Della frescura
faccio la mia casa,
e qui riposo.

 

Nello stagno antico
si tuffa una rana:
eco dell’acqua.

 

Su un ramo spoglio
si posa un corvo
nel crepuscolo d’autunno.

 

La notte di primavera è finita.
Sui ciliegi
sorge l’alba.

 

Silenzio.
Graffia la pietra
un canto di cicale.

 

Languore d’inverno:
nel mondo di un solo colore
il suono del vento.

 

Il mare si oscura.
Il grido delle oche selvatiche
qualcosa di bianco.

 

Autunno:
persino gli uccelli
e le nuvole sembrano vecchi.

 

Stagione delle piogge:
i miei capelli di nuovo
intorno al pallido viso.

 

Chiare cascate:
tra le onde si infilano verdi
gli aghi dei pini.

 

Luna veloce:
le cime degli alberi
sono impregnate di pioggia.

 

Le nubi di tanto in tanto
ci danno riposo
mentre guardiamo la luna.

 

L’allodola
canta per tutto il giorno,
ed il giorno non è lungo abbastanza.

 

Forse, nascosti fra gli alberi,
stanno ascoltando il cuculo
anche i raccoglitori di tè.

 

Il fiume Mogami ha tuffato
le fiamme del sole
nel mare.

 

Pioggia di primo inverno:
sarò forse chiamato anch’io
viaggiatore.

 

Amico, accendi il fuoco
ti mostrerò
una palla di neve.

 

E’ sera ormai.
Tra i fiori si spengono
rintocchi di campana.

 

Inizio d’autunno:
nel mare e nei campi
un verde solo.

 

Affaticato,
mentre cerco albergo,
mi scopro sotto i fiori di glicine.

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