MARIA BENEDETTA CERRO, “Jochanaan” di Marisa Papa Ruggiero (Lettera e nota di lettura)

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Cara Marisa,

ho ritrovato in Jochanaan la tua lingua potente, magmatica, capace di esaltare, ma anche ustionare i sensi. Particolarmente in quest’opera, di forte impronta teatrale, che rimanda immediatamente alla Salomé di Oscar Wilde, evocandone le scene di grande impatto emotivo.

Opera compatta, fluviale, dai toni ascendenti, da ascoltare più che leggere, nella sua voce epica, che sembra emergere da una “fossa profetica”,come una “nascita eretica e ribelle”,una malìa infernale trasgressiva e consapevolmente dissacrante: (ghigno sanguigno – brillìo di zolfi incendiari – artiglio di un deus infero / e di un demone battesimale).

Seduzione e attrazione (vergine lupa – bave maliose – respiro asmatico – castità oscena) si fondono in una danza dal crescendo ossessivo, vertiginoso, che divampa “come olio dato alle torce”.

Una sorta di invasamento: “io non posso fermare la danza”, che si traduce in follia creativa, una lingua in grado di esprimere emozioni allo stato puro, divenendo essa stessa seduzione attraverso la parola.

Ne nascono versi memorabili, sapienti nella costruzione onirica e mentale, tra narrazione e ritmo incalzante, con pause nel respiro, come di ripresa dall’affanno.

La musica non può che essere una “stereofonia cosmica” emanata da una “allucinata orchestra”.

Tutto nel poema sembra aderire ad un impulso creativo primordiale, che il tempo, nel suo scorrere, ha lasciato intatto.

Ed è questa forse la chiave interpretativa del poema: tutto muta e nulla cambia. Sotto le “lunazioni”, i pianeti e le costellazioni si rappresenta il medesimo dramma umano, individuale ed universale, dell’eros creativo e distruttivo.

La vita, nella sua sacralità e nella sua bellezza, è tutta racchiusa tra “la cornacchia bianca adottata” e il (nessuno vide) “la cornacchia bianca spiccare il salto nel buio”, ovvero “la lancetta cosmica mancare il battito”.

Una denuncia della violenza che esiste e persiste nella memoria storica, come nel presente. Ciò che nel poeta sveglia “i molossi urlanti” trasformandosi tuttavia in raffinata poesia.

Castrocielo, 31 gennaio 2021

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Marisa Papa Ruggiero

Jochanaan

Giuliano Ladolfi Editore, 2015, pp. 54

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