GIOVANNI MATTEO ALLONE, Edward Estlin Cummings


E. E. Cummings, nato nel New England nel 1894 e morto a New York nel 1962, è considerato uno dei massimi esponenti della poesia verbo-visuale del Novecento. Dopo un’esperienza traumatica nella prima Guerra Mondiale in Francia, dove venne rinchiuso in un campo di concentramento con l’accusa di spionaggio, e un’esperienza altrettanto negativa negli anni ’30 nella Russia stalinista, il poeta trascorse alcuni anni a Parigi per trasferirsi poi definitivamente negli Usa.

L’editrice “Le lettere” di Firenze pubblica una raccolta di 50 poesie d’amore del poeta americano tradotte dal filologo messinese Salvatore Di Giacomo con testo originale a fronte, introduzione delle poetesse Maria Luisa Spaziani e Mary de Rachewiltz, postfazione di Michael Webster, coordinatore della Cummings Society di New York City e docente di poesia moderna alla Grand Walley State University, e del critico Sergio Di Giacomo, fratello del traduttore.

“Spirito anarchico e rivoluzionario” come afferma Sergio Di Giacomo nella postfazione, Cummings nei suoi componimenti poetici rompe con la tradizione grammaticale e sintattica creando intrichi e percorsi labirintici con esiti di natura visuale, sotto l’influenza della pittura orientale cui era stato indirizzato dalla madre Rebecca Haswell Clarke. Egli stesso, oltre che essere poeta fu anche pittore e musicista in contatto con musicisti del calibro di Berio, Bernestein, Cage, che hanno messo in musica alcuni suoi componimenti.

In perenne contrasto con la società del suo tempo, con quello che definisce il “nonmondo”, che per lui è quello «della modernità delle scelte, della meccanizzazione, dei mass-media, dei movimenti di massa, della meccanizzazione, automatizzazione, standardizzazione», come afferma Michael Webster, Cummings stravolge il senso comune e ordinario dei significati, mutando verbi in sostantivi, creando parole nuove, aggiungendo suffissi e prefissi, con stilemi di difficile comprensione, perché aspetti mistici e filosofici, onirici, si inseriscono nel contesto poetico, sempre con rara efficacia visiva e comunicativa. Egli stesso affermava che le sue poesie non vanno recitate ad alta voce ma “guardate e non udite”, per questo si riteneva anche intraducibile. Nonostante ciò il poeta americano aveva suscitato l’interesse di Salvatore Quasimodo che per primo tradusse alcuni suoi componimenti.

Dalla raccolta Complete Poems  Salvatore Di Giacomo ha estratto 50 poesie d’amore, scritte in periodi diversi, impegnandosi con passione e perizia nella problematica traduzione, superando difficoltà facilmente immaginabili, rispettando, per quanto possibile, contenuti, significati, spaziature, effetti visivi, di un poeta dalla inventiva verbale senza limiti, perché in realtà ogni traduzione è re-invenzione, ri-visitazione, ri-creazione.

Pur ispirandosi a modelli petrarcheschi e shakespeariani e persino danteschi ‒ (l’amata è un angelo la sua anima è un tutt’uno col corpo) ‒ Cummings non trascura il suo sperimentalismo antitradizionale col proporre la sua peculiare “nongrammatica, sovvertendo la sintassi e gli schemi consolidati della poesia amorosa. Gli elementi della natura, pioggia, vento, stelle, luna, tendono a fondersi con elementi reali del corpo della persona amata, occhi, mani, capelli, piedi, ecc. con una distribuzione delle parole sulla pagina tale da rappresentare l’eterno fluire delle passioni e puntualmente riproposte dal traduttore.

 

Edward Estlin Cummings
Poesie d’amore (con testo inglese a fronte)
Traduzione e cura di Salvatore Di Giacomo
Le Lettere, 2009, pp. 148

Biografia di Giovanni Matteo Allone


 

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