GIORGIO MOIO, «Quindici». La rivista del “Gruppo ’63”

 

«Quindici» fu fondata dal Gruppo ’63 a Roma nel 1967 e diretta da Alfredo Giuliani (che lascerà la direzione con il n. 15), passando il testimone a Nanni Balestrini (che era già il direttore editoriale), il quale la diresse fino al 1969, ossia fino alla cessazione della rivista. Rivista mensile di diffusione culturale di massa che il citato Balestrini nel 2008 cura un’antologia degli scritti dei maggiori collaboratori con un saggio di Andrea Cortellessa presso la Feltrinelli, «Quindici». Una rivista e il Sessantotto, si può ritenere la rivista ufficiale del Gruppo ’63. Roma non fu la sola sede redazionale; molte redazioni affiancarono quella romana in varie città: Milano, Torino, Bologna, Palermo, Napoli, Venezia, Genova e Taranto.

Su «Quindici» furono pubblicati, con tempestività unica, i grandi temi di quel biennio caldo, come l’occupazione studentesca del “sessantotto”: «Le idee e gli scritti dei collaboratori di «Quindici» hanno già suscitato l’irritazione, l’ironia o lo sdegno della critica ufficiale e della stampa consolatoria o di falsa denuncia, dei giudici dei premi letterari finanziati dagli industriali di destra, delle riviste dei paesi ex rivoluzionari, degli scrittori impegnati, di quelli disimpegnati e dei marxisti-gioannei. Una simile unanimità di dissensi ci incoraggia a proseguire su questa strada».

Altri grandi temi passarono dalle pagine di «Quindici»: antipsichiatria; avanguardia e rivoluzione; l’ascesa dei Beatles, la rivoluzione cubana e il suo alfiere, “Che” Guevara, con un articolo sul n. 3 dell’agosto 1967; la dittatura dei “Colonnelli” in Grecia, il primo atterraggio dell’uomo sulla luna (un sogno ancestrale avveratosi dell’uomo), il blocco USA-URSS; il problema dell’aumento di diffusione delle droghe; la situazione politica medio-orientale del 1967 che portò alla guerra dei “sei giorni” (un conflitto combattuto da Israele contro Egitto, Siria e Giordania che cambiò gli scenari di quel territorio); il teatro d’avanguardia del “Living Theatre”, fondata a New York nel 1947 dai coniugi Julian Beck, scenografo, pittore e poeta, e Judith Malina, attrice e regista (dai primi anni Sessanta il teatro di Beck, Teatro politico, della gioia, teatro di liberazione, teatro della rivoluzione, dell’amore libero, concentrò la sua attività anche in Italia, con tournée e soggiorni di lunga durata); la Primavera di Praga; la guerra del Vietnam; le lotte operaie alla Fiat; le lotte antirazziste di Martin Luther King; la crescita della pornografia; etc.

«Quindici» non fu solo una rivista letteraria, ma aperta alla politica, al costume e alle scienze umane. Dal n. 15 (gennaio 1969) da mensile divenne bimestrale fino alla sua cessazione avvenuta nel luglio 1969, con il n. 19. Ormai sul campo si schierarono differenti qualità d’impegno politico e ipotesi culturali, proprio nel momento più florido, anche a livello di vendite, della rivista. I tempi e le problematiche erano cambiate, la diffusione di dubbi ed incertezze sulla società o il disordine contradditorio, erano ormai superati. Si usciva dal periodo della contestazione. Ma la sua fine va riscontrata anche nella diminuzione di scritti letterari a vantaggio di una politica di lotta fino a divenire la portavoce della contestazione giovanile, pubblicando dal n. 7 i documenti emanati dal movimento studentesco. Sui primi numeri si leggevano saggi di Edoardo Sanguineti, di Angelo Guglielmi, di Carmelo Bene, incentrati sull’attacco ad una letteratura della crudeltà, in difesa di una avanguardia ormai adulterata dalla sete di potere, e di una nuova proposta di teatro come laboratorio collettivo con la sua proposta di abolire definitivamente il “teatro di regia”.

Alla rivista collaborarono importanti letterati, poeti, filosofi, scienziati e intellettuali del tempo, quali Giulia Niccolai, Andrea Barbato, Elio Pagliarani, Alberto Arbasino, Umberto Eco, Furio Colombo, Renato Barilli, Angelo Guglielmi, Enrico Filippini, Giorgio Manganelli, Adriano Spatola, Nico Orengo, Michele Perriera, Ignazio Buttitta, Giovanni Battista Zorzoli, Cesare Milanese, Giorgio Celli, Gianni Celati, Corrado Costa, Furio Jesi, Mario Perniola.

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