GIAN RUGGERO MANZONI, Ricordando Henri Chopin nel centenario della sua nascita

Henri Chopin (Parigi  1922 – Londra  2008), oltre a essere stato un poeta, un musicista, un editore, un performer, un regista, un promotore-organizzatore di eventi espositivi, un saggista, un teorico d’arte e un artista d’avanguardia franco-inglese era, anche, un uomo-personaggio meraviglioso.

Pioniere della cosiddetta “poesia sonora”, per primo utilizzò i magnetofoni a nastro per effettuare registrazioni sperimentali (da lui definite “audio-poèmes”) in cui deformava la voce con variatori di velocità, echi e riverberi. L’incontro con la ricerca del poeta di origini rumene Isidore Isou, attraverso la visione, nel 1952, del film “Traité de bave et d’éternité”, determinò l’avvicinamento di Chopin agli “ultralettristi”, gruppo formato da una costola del movimento di Isou «ispirato dalla poetica del grido di Artaud e animato da Dufrêne, per i membri del quale la voce rappresentava l’energia interna necessaria ad alimentare la rete delle relazioni col mondo», così come ha scritto, di quegli artisti, l’amico Giovanni Fontana.

Nel 1958 Henri Chopin fondò, a Parigi, la rivista «Cinquième Saison» che nel 1964 diventò «OU-Cinquième Saison». La testata accoglieva in ciascun numero un LP di “poesia sonora”. Quei dischi ancora custodiscono le opere di importanti poeti dediti a questo tipo di sperimentazione sonora; di loro ricordiamo l’artista e poeta dadaista Raoul Hausmann, William S. Burroughs, Brion Gysin, François Dufrêne, Gil J. Wolman, Bernard Heidsieck e altri non meno importanti. Da ricordare, quale aneddoto quel tanto mirabolante, che nel 1974 Henri ingoiò una piccola sonda e registrò i suoni del suo stomaco, realizzando “La Digestion”, l’esito più radicale a cui sia giunta la “poesia sonora”. Henri Chopin si occupò anche di “poesia concreta”, di grafica e di arti visive. I suoi “dactylopoèmes” e i suoi “spartiti musicali” furono accolti con molto interesse nell’ambito dei movimenti di avanguardia internazionali. Così egli scrisse: «Il confine che separa la musica dalla poesia è del tutto arbitrario e la poesia sonora è esattamente concepita allo scopo di rompere queste categorie, per liberare la poesia dalla pagina stampata». Nel 1983 lo conobbi di persona a Marsiglia, dove entrambi ci eravamo recati per incontrare il poeta Julian Blaine.

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Biografia di Gian Ruggero Manzoni

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