FRANCESCO MUZZIOLI, Nota a Il nulla ha gli occhi azzurri di Caterina Davinio

«Così è la morte. La morte ci sorprende sempre. Ci deruba come un estraneo». 
«Questo libro parla della ricerca del Bene, ma è un libro del male e della malattia, d’amore e di disamore, della diversità vissuta, sofferta, rivendicata in molti modi. Un libro sull’arte e contro l’arte, un’arte sfuggente, fatta di pensieri, parole, opere e omissioni».

In una provincia americana costellata di paesi immaginari, il benzinaio Bernard si divide tra il lavoro nella sua stazione di servizio, affetti familiari un po’ sbiaditi e il volontariato in un centro di assistenza sociale. Sarà sconvolta dall’incontro con Dorian, un ermafrodito ventenne, modello di un famoso fotografo e manager dello spettacolo, uomo spregiudicato e creativo, ma con dei lati oscuri: sospettato dell’omicidio di una propria assistente, è stato scagionato dal processo, ma vi è chi non crede nella sua innocenza. 
Il giovane Dorian proverà in tutti i modi a sedurre Bernard: nel mondo di quell’uomo semplice scorge solidità e integrità estranee al proprio ambiente patinato e privo di scrupoli, retto dalle leggi ferree del potere, dell’opportunismo e di una feroce corsa al successo. 
Le vite emarginate di alcuni frequentatori del Centro sociale si intrecciano a quelle dei protagonisti, mentre la storia attraversa più di una verità, tutte inquinate da ragionevoli dubbi.

Caterina Davinio

Il nulla ha gli occhi azzurri

Effigie Edizioni, 2017 - pp. 222 (narrativa)
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