CRESTOMAZIA
Testi verbovisuali di: Carla Bertola, Alfonsina Caterino, Silvia De Angelis, Donato Di Poce, Anna Maria Giancarli, Oronzo Liuzzi, Serse Luigetti, Daniela Mastandrea, Giorgio Moio
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CARLA BERTOLA
Riscritto
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ALFONSINA CATERINO
Il volo
a Giuseppe Pinelli
non è una banca
né Milano da bere a bocca chiusa
in cinquant’anni di riporti
sulle teste pelate
rovesciate
taciute fuori dalla gabbia
e negli strappi vivi
interrotti e millimetrati ad immagine e somiglianza
dell’occhio vigile sotterrato
Cinquant’anni
sono un volo
atterrato oggi, da cinquant’anni
sulla pista nicchiata di morsi, rimorsi
di morti riprese in testa a chi frulla
il futuro rovesciando miracoli
sul bla bla bla divenuto vomito
e il popolo non raccoglie
né il resto della mancia
Fiori volano dalla finestra; una
cordata senza fine accende
cinquant’anni dopo, una lingua
insospettabile sognata all’ingresso
della libertà
durando oltre il volo
il fiato senza fine
schiantato
sui vetri della piazza….
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SILVIA DE ANGELIS
A sfumare
S’accheta
la sommossa d’una proiezione a venire
nel transito d’un pensiero
in bilico sullo strapiombo.
Istintuali pastosità
modellano
la forma dello sguardo
non più inclinato su enigmatico dirupo
ma sull’ebbrezza
d’un possibile cielo
idealizzato da uno scorcio di rondini
sulle nubi
a sfumare…..
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DONATO DI POCE
La poesia
La poesia è come il vento
Nessuna sa da dove viene
E nessuna sa dove andrà.
E se cerchiamo di afferrarla
Ci resta tra le mani solo il dolore della vita
Qualche briciola di bellezza inconclusa
E le mani sporche d’inchiostro.
(Da D. Di Poce, L’altro dire)
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ANNA MARIA GIANCARLI
Ogni giorno sia
un tempo che ricama
ore feconde
un tempo che colora
minuti grigi
un tempo che palpita
attimi preziosi.
31 Dicembre 2019
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ORONZO LIUZZI
Nelle acque di Babel
si arena viene meno si estingue
affonda la nave nelle acque della nuova Babele
depone le armi abbandona il campo ripiega
la luce psichedelica emerge dal buio di una prigione
viene a mancare si allontana all’orizzonte
cola a picco non c’è da stupirsi il risentimento delle nuove
generazioni si disattiva giunge al termine
il falso ha prodotto orrori
senza fine ho visto le stelle morire
grazie dei fiori chiudi il becco i fiori mi hanno fatto male
ho consumato i sogni
nessuno mi può giudicare un moto di ribellione mi prende
il silenzio ostile tuona dentro di me
l’invidia corrode l’umanità ho visto il tempo fermarsi
*
danza l’anima luce dell’arte
nel blu dipinto di blu si posa sulla manica larga
danneggia il potere forte il problema
è la frammentazione ascoltami voglio dirti ancora
qualcosa le ombre aride della terra ci avvertono
nella buia stanza bisbiglia la tensione
il giardino mi attende l’irritazione non rivela illumina
chiudete i battenti
la vita gioca il presente sono io siamo noi
la affidiamo al vento i protagonisti fragili travolti
dal dolore non sono inventati
l’anima mette in contatto il mondo reale con l’altrove
come una carezza pronto!?
*
il radioso ardore del canto d’uccello ritrova la voce propria
ricuce le ferite dell’anima la perdita la disperazione
l’abbandono i dispersi passeggio tra i fiori
ascolto le storie una sorta di lunga odissea
costeggio il mare non più visibile a occhio nudo volti
annegano nell’indifferenza oscure albe un mondo che nega
si nega osa pietrifica la funebre angoscia dell’uomo
ho gettato il cuore oltre l’ostacolo colpe
dimenticate sepolte sottoterra lo spettacolo è
desolante scende la sera nel nulla uccellini uccelletti uccellami
al vento
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SERSE LUIGETTI
Writring
*
DANIELA MASTANDREA
La letra chica
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GIORGIO MOIO
ad auschwitz dio non c’era
ad auschwitz dio non c’era
c’erano i miei fratelli nudi e affamati
un acre fumo di uomini bruciati vivi
oscurava il giorno scolorando il cielo
ma giorno e notte non avevano più confini
solo dai bambini si carpiva un sorriso
le loro carni ora concimano la terra
la libertà è un concetto astrale
qualcuno dice che dio è morto
non abita da queste parti
ora ci vorrebbe il vento a spazzare via
il dolore e la rassegnazione
le ripartenze senza meta
sono come un treno senza binari
la neve non si scioglie per la vergogna
o per solidarietà per questi uomini
abbandonati come una fontana
dalle fluttuazioni d’acqua
come il sangue senza uno zampillo
e si piange senza più lacrime
stasera non si torna a casa
si sta appollaiati sulle sponde dei letti
come galline
a contare le grida ormai sorde
dimenticate tra gli orrori dell’olocausto
un treno per trasportare bestie
va e viene viene e va non conosce sosta
trasportano uomini donne e bambini
che non sono bestie ma da bestie s’incamminano
verso l’inferno dei lager
mentre il treno fa ritorno
sbuffando rullando
tra grida e lacrime di chi resta
restare per non tornare più
qui si odia il non saper odiare
si attende un sorriso una mano tesa
sullo sfondo un rumore sordo
imbavaglia in bile bidonando
la meraviglia
qui non si sogna
Un poetare notevole, sulle immagini di eventi drammatici e indimenticabili, che ho molto apprezzato per stile poetico e contenuto.
Un saluto, silvia