CRESTOMAZIA 5


Testi verbovisuali di: Mary Blindflowers, Anna Boschi, Alfonso Cardamone, Franco Cipriano, Donato Di Poce, Carmine Lubrano, Serse Luigetti, Giorgio Moio, Mario Rondi, Mirko Servetti

 

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MARY BLINDFLOWERS
Infernalparadisi

Infernalparadisi…
Romba la tomba che inonda
che sfonda che bomba
che scoppia rotonda e quadrata,
lasciata sul margine,
indeflagrata sostanza,
scoppio di terra
alla guerra, alla guerra!

Spazi vuoti a configurare silenzio d’attese…

Resta la bomba che stomba
fungina sfonda le mani, le facce, i sorrisi
le spese della vicina,
resta il tutto che è vuoto e ormai pieno
in questo mondo infernalparadisi
regnante,
davvero così poco elegante
dove tutto è nero veleno.

 

*

 

ANNA BOSCHI

 

*

 

ALFONSO CARDAMONE
non vicino e non lontano

non vicino e non lontano/
ma nell’altrove che ci abita/
di dumeti prigioniere e trame/
fitte nel più scuro raggrumate/
fondo oltre ogni riflessione/
prossime ed ignote le parole/
non mai dette s’aggirano custodi/
della luce nera del mistero

agosto 2019

 

*

 

FRANCO CIPRIANO
Lexicon, 2019                                          Librum, 2019

    

 

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DONATO DI POCE
Ascolta

a Guido Ceronetti

“… ascolta… percepirai S.O.S… ascolta”
Dalle nudità del tempo
Dai respiri della notte
Dai crateri del senso… ascolta.

E come un asceta invisibile
Un poeta ignoto a se stesso
Ma complice del mondo
Saprai riconoscerlo nel nulla che incombe
E traverserai la notte
Come una spada di luce.

Al mattino troveranno sul tuo letto
Tracce di Angeli insanguinati
Panneggi d’amore consumato e incompiuto.

Milano 1/1/2013
(da D. Di Poce, Lampi di verità, I Quaderni del Bardo, 2017)

 

*

 

CARMINE LUBRANO

Per Balestrini

(particolare)

 

 

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SERSE LUIGETTI

Manifesto

 

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GIORGIO MOIO

ci sono parole nell’aria
dove le foglie s’accoppiano col vento
i fiumi scorrono a rilento
le lucciole fanno luce anche di giorno
la pioggia non lava i peccati
ma leva la polvere dalle vie
il vicolo è cieco e pure l’ira irosa i rosai
lo stratagemma è alleato della pigrizia a gripizia
l’onda si smonta in gocce
le gocce si fanno lacrime di crimela
ci sono suoni nell’aria
di cornamuse funeree
il rauco grido rutta rette rigate
sibillina una voce si scaglia
contro la calma del mare
ma vale meno dell’usato

 

*

 

MARIO RONDI
Vaticinio di morte

Preferisco sostare in silenzio
all’ombra della quercia secolare
e con l’occhio smarrito d’assenzio
vaticinare guardando il mare
se nel tumulto parole licenzio
di streghe tenebrose per cancellare
l’angoscia che percorre come spire
le voglie sconcertanti di morire.

 

*

 

MIRKO SERVETTI

Non dirò questa strada, dunque.
Saprei, senza voce, avvertire
dove sperde i suoi lati, presumendo
la vita come insieme di rapidi sguardi
a seguire. Forse credi che finiscano i binari
in certi punti del dove, in certe infiorescenze
del quando. Tutto ciò che non è detto né osservato
è offerto per una lunga fila di perle
rubata al tesoro di uno struggente contatto.
Del resto, un lampo obliquo mi spinge
al ventre più cieco della terra
così da sfuggire ai bagliori
altrimenti inguardabili della Bellezza,
e saprò in seguito quale atto di viltà ho commesso


 

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