CRESTOMAZIA 3


Testi verbovisuali di: Angela Caporaso, Mauro Contini, Marco De Gemmis, Serse Luigetti, Miriam Marshall, Giorgio Moio, Antonio Spagnuolo.

*

ANGELA CAPORASO

 

*

MAURO CONTINI

Nel vasto enigma

 

Attraversano clessidre
le avvisaglie di grani
sfuggiti alla regola del tempo,

il mutevole confuso tra le ombre
nei dintorni di un lampo
che sollecita l’immaginazione,

– quando la paura si dissolverà
tra le strade di un destino,
e si appaieranno conflitti e desideri –

sarà promessa la sera che accoglie
l’oscura virata delle rondini,
i cocci di giorni infranti,

” insegui la fermezza di un porto
per poter riconquistare
lo stupore della genesi “,

l’ora calma, il pomeriggio
esteso d’ estate e di primavera,
i cortili che ospitano il silenzio,

tra i teli trafitti dal vento
dissimula la sua parvenza
ciò che non appare e che decide,

nel vasto enigma, nell’ incerto ardire,
mi ospita la mia anima paziente,
nell’attesa, nella dedizione.

 

*

MARCO DE GEMMIS

Escono ed entrano incessantemente

 

ad Aldo Braibanti, mirmecologo

 

Escono ed entrano incessantemente,
dai carichi si direbbero impegnate
a invertire la collocazione di cose:
le briciole verso la terrazza, terra
e anche pezzi di corpi d’altre specie
destinati a non so ancora quale luogo
del mio spazio. Tracciano una via
di nessuna incertezza, quasi che
stiano all’interno di un programma,
e automatiche si scontrano e salutano
velocissime riprendendo la strada.
Mi chiedo quante minuscole abitazioni
si siano aperte in questa regione
della casa, cos’altro sfugga e come
al mio sistema chiuso ai disturbatori.
Mi chiedo poi se archivino le derrate
entro scaffali, o vivano come me
nel gran disordine. Intanto so
che non sto solo nella camera dove
penso a Braibanti, che a sé legava
persone grate di un insegnamento.

(già pubblicata in «Italian Poetry Review»)

 

*

SERSE LUIGETTI

One

 

*

 

MIRIAM MARSHALL

 

*

 

GIORGIO MOIO
s’è ammescata ’a poesia con le starlette mignotte |
con i poeti paraculi
 
s’è ammescata ’a poesia con la politica demente |
con lo strangolatore spred
 
s’è ammescata l’accua c’ ’o vivo |
o’ vino cu l’uoglio l’uoglio c’ ’a cita
è asciuta fora na vera schifezza
come questo mare diventato nu piscia turo
 
s’è ammescata ’a poesia con il dio denaro |
con l’ora della vergogna nel vergnago
 
mmesca mmesca poi si perdono le parole |
mmesca mmesca poi si perdono i suoni |
si fanno pasto di un grido senza risposta
*

ANTONIO SPAGNUOLO

Cuscino

Per leggere il nuovo sillabario
delle tue labbra il gioco di sorprese,
contro i fantasmi dell’insonnia
che pungono il cuscino.
Quel delicato solco disegnato
punto per punto nelle guance rosa
racconta ora la cenere di una rapida sorte:
gli attimi macinati fra la luna e l’ultimo anelito.
Senza più parole il segreto di una chiave invecchiata
interrompe ogni scena,
io prigioniero del sogno più crudele
sbrano nel vuoto tremando illusioni,
per comporre lentissimi sospetti
tra cuspidi incallite e il dispetto del nome.


 

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