CRESTOMAZIA 13

*

DOMENICO ALVINO

Poi il mare si riprese

il suo,

di nuovo

le onde addentarono verdi

coste e declivi,

con un urlìo continuo

fin dentro il cuore

delle rocce

a strapiombo…

Pecore

color di stoppia

mimetizzate perse

una sola

nera

brillava

nell’occhio buio

di una fame all’agguato.                                                                          

Roma, 9 – IX – 2001

*

ANDREA ASTOLFI

quando ci si sveglia

si inizia a pensare

si inizia a pensare

meglio dormire

sognare al pensare

non ricordare

***

cerco tra le note

una poesia che non

esiste

forse questa

esiste?

*

ALFONSINA CATERINO

                                     a mia madre

…   Vedo angeli

sugli aquiloni

spiare Dio e smerigliare

uomini d’acqua interiorizzati dolore

magneti del cuore

fioriti che viaggiano neutrini

eccipienti futuri elementi

le soluzioni giganti

.

      L’ultima stella sa tutto

l’ho cercata giorno e notte

nei covoni della lingua

capofila delle canee

latrate in faccia alla luce

squarciata in mezzo

Velo Sbilenco Nome

straniero che conduce

fuori

.

     Cieli smerciati d’amore

voi sapete l’increato

vi seguo muta   …

.

.

…   Fulgore almanacchi

riciclo e vedo bestie nel cortile

ricordo immenso quanto l’eterno

che, facciamoci caso, si tocca con mano

e nessuno dica che ogni molecola di silenzio

fecondata di notte, non apporta un senso

d’onnipotenza come essere

Dio e foglia

cioè fuga e scampo

.

     Nuovi almanacchi vedo

nel punto esatto ridotto a faglia

sopra gli artigli cerco l’azione

affresco d’amore o cosa trovata per

strada sotto masse minerarie fuse d’oro

scalpellando polveri

una sera senza tempo

e non era inverno

.

     Ogni attimo il palco

arriva soglia dall’oriente

e la morte ribelle

sotto al sole

è sale vecchio   …

.

.

*

MARIA EUGENIA CONDE FERNANDEZ

*

MARIA ROSA FERRARA

Madre natura   

                                      

Dentro di me ho tutto:

Il mare

Infinito e calmo che all’improvviso

urta contro neri scogli- quando mi si lascia sola-

alla deriva tra agitate onde-

Il cielo

Immenso e azzurro che all’improvviso

si riempie di nere nuvole- quando mi si lascia sola-

tra lo scrosciare incessante della pioggia-

La montagna

Maestosa e verde che all’improvviso

diventa nera roccia- quando mi si lascia sola-

a sbatterci contro la testa-

 Ho tutto dentro di me:

              L’infinito mare che

         riaffiora tra gli scogli

             L’azzurro cielo che

                cessa di piangere

             La maestosa montagna che                         

rinverdisce la roccia.    

*

VINCENZO GUARRACINO

Canto notturno di un lettore errante dell’ansia

                                          per il settantesimo genetliaco

                                         di Mario Lunetta

Lunetta, che la ludica lucerna

usi all’uopo all’usta dell’umano

nonsenso non negare, niente,

eccetto l’epiteto di enigmatico,

tra tante trame ti trafigge tamquam

tradirsi tacendoti nel tempo

adulterato dall’ansia àneu l’anima:

mira, mario, in che mota il mondo muto

annaspa affidando aristotelici

riscontri ai rigurgiti rabbiosi di

idiozia intorno all’impossibile

ordine orrendamente obnubilato:

ah, ad altro aspirava la tua antartide

truccandosi da terra travagliata

tra terrori e tenerezza, il tuo teatro

eretico, energetico, esperanto

nutrito di nausea e nihilismo,

utopia e ubbia up-to-date,          

lume con lestezza là da Lhasa.

*

ORONZO LIUZZI

Presente estremo

l’impronta umana sul terriccio  

odia la pioggia  

acida dell’estate 

     interrompe  

echi di voci 

tracce di luce disperse  

     richiami 

     segni  

     sussulti  

     rimandi 

cenni di forme imperfette  

     cancella  

il vissuto interiore 

l’ombra tremula  

     vibrante 

     l’impulso  

della materia vivente 

la memoria 

*

FRANCO PANELLA

“IL PIACERE deve ore (capovolte)”

*

MARISA PAPA RUGGIERO

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