ALFONSINA CATERINO, Se i nostri corpi potessero parlare di James Hamblin

S’avverte d’emblée, il bisogno d’addentrarsi per meglio conoscere il libro-saggio di James Hamblin, ricercatore americano, esperto di medicina preventiva e bioetica, nonché radiologo, giornalista, scrittore autore di “Se i nostri corpi potessero parlare”, una interessante guida-manuale sulla corretta e sana igiene personale capace di privilegiare il naturale processo biochimico della pelle. Già la copertina del libro intriga, per il disegno d’un cuore reso testo visuale in cui le parole Piante di Genere e Morte emergono chiare, a fare la differenza con il resto delle cose…

Il dott. Hamblin dunque, dopo approfonditi studi in merito al corpo umano, a come trattarlo e tenerlo “pulito”, afferma che smettendo di usare saponi, saponette, bagnoschiuma, shampi ecc. la pelle genera, a sua difesa, un naturale ecosistema, non realizzabile quando i microbi di corpo e cuoio capelluto, regolatori del ph della pelle e mangiatori di secrezioni dell’organismo, sopraffatti dall’uso eccessivo di detergenti e loro ph alcalino, non riescono a sciogliere i grassi in eccesso, con notevoli rischi per la pelle, quali inaridimento, secchezza e altre alterazioni cutanee, anche gravi. Se invece, come sostiene il dott. Hamblin, si lava il proprio corpo con solo l’acqua, elemento essenziale a farlo, dopo alcuni giorni di disagio dovuto all’adattamento della pelle alla mansione di “autoigiene”, senza l’intrusione dei detergenti, le secrezioni stimolate artificialmente non si manifestano ed i microbi riescono nel lavoro eliminatorio dei cattivi odori, paradossalmente dovuti proprio all’azione dei cosmesi ‒ I risultati delle ricerche di Hamblin sono importanti perché prospettano modelli di approccio educativo ‒ interattivo al proprio corpo, di carattere salutistico e rispettoso delle naturali esigenze corporali. Un exursus storico, riguardo al rapporto con il proprio corpo, evince comportamenti non sempre progressivi.

Talora esso è stato reso oggetto di culto con cospargimenti di unguenti e cosmetici, ed anche venerato con riti celebrativi. Gli egizi, infatti, se ne prendevano grande cura trattandolo con unguenti ed altre sostanze lenitive per la pelle. Inoltre allungavano gli occhi con il kajal, dipingendosi le labbra con ossido di rame e ferro. La Bibbia, nel Vecchio Testamento riporta che per accedere al Luogo Santo custode dell’Arca dell’Alleanza, era obbligatorio purificarsi con ablazioni e lavande, onde rendersi puri ed essere ammessi alla presenza di Dio. Tali cerimonie cambiano con l’Avvento del Messia Gesù, Figlio di Dio, in quanto è il Solo, che può purificare l’Anima, lavare lo Spirito, smacchiare il Corpo e renderlo immacolato, cioè idoneo alla salvezza… La storia di Roma racconta che Nerone, ai funerali di Poppea sua moglie, fece bruciare essenze profumate da spargere nell’aria e sul corpo della defunta. Erano in uso infatti, presso la società romana, pomate, unguenti e creme composte da grassi animali, pigmenti di stagno e altri metalli.

Dunque la pulizia personale degli esseri umani, ha attraversato la storia vivendo condizioni talora sublimali ed altre di oscurantismo, come nell’era medioevale in cui si ci lavava di nascosto e se scoperti, giudicati esseri pericolosi e per questo condannabili. Sembra che stoicamente, i santi del secolo XIII si conservassero sporchi per tutta la vita per essere prediletti da Dio. Sant’Agnese che morì giovane, non si lavò per tutta la vita! E mentre nel secolo XVII, la pulizia personale era totalmente tralasciata, con accesso ai servizi di soli viso e mani, la rivoluzione francese rinnovò la toilette delle dame, con aromi, estratti di fiori, acqua di rose ecc.

È il secolo XX che apporta novità assolute sull’interazione con il corpo. Durante le guerre mondiali, prima e seconda, esso è reputato alla stregua di cosa abile a colpire il nemico. La tragicità della guerra annulla ogni atteggiamento naturale della quotidianità, foss’anche buttarsi in faccia manciate d’acqua fresca! Sono gli anni ’60, che vedono le schiere studentesche insorgere e rinnovare prassi e metodi infrangendo regole obsolete in nome di progresso e libertà. Il corpo prende parte alla rivoluzione post-industriale, trasformandosi da oggetto, a bene sommo capace di liberarsi della rete che lo smorza. Intanto nascente è l’industria della cosmesi. Le donne cominciano a soffrire la sindrome dell’identificazione nelle icone seducenti e bamboleggianti.

Oggigiorno tale atteggiamento investe giovani ed adulti che si immedesimo nel proprio idolo, soprattutto se fotomodella/o perché bella/o e magra/o, come detta l’industria dell’immagine. I rischi che si corrono usando tanti prodotti chimici, non si deve trascurare, in quanto gli ingredienti che li compongono, è solo a discrezione di produttori e proprietari dell’industria, l’essere testati. Quindi, se un prodotto risulta nocivo, essi rispondono del reato, a seguito della segnalazione del problema.

Ben venga, dunque ad illuminare le menti e sensibilizzare l’opinione pubblica, il saggio del dott. James Hamblin nel quale egli controverte dicerie e falsi credi secondo cui per essere persone valide e vincenti, bisogna lavarsi con saponi, bagnoschiuma, sciampi ed altro. Il dott. Hamblin, che ha testato su di sé quanto asserisce, e che effettivamente si lava “solo con l’acqua”, afferma che il corpo, non necessita affatto l’utilizzo della gamma di detergenti, come avviene. I suoi studi insegnano che esagerare nel loro uso, può sortire effetti pericolosi, ad esempio le neo-patologie, in primis le allergie, quale risposta corporale all’aggressione quotidiana della pelle ‒ Il corpo, dunque, per ricambiarsi dai cattivi odori che il derma secerne e che il contatto con l’aria, muta in miasmi, ha bisogno soprattutto dell’acqua ‒. Usare l’acqua per lavarsi, senza cosmesi e detergenti, è la cosa giusta da fare. Lo chiede la legge della natura. Il dott. Hamblin ha perfino verificato che lavandosi con la sola acqua, non si puzza! Anzi il corpo dopo alcune settimane di iniziazione, emana odori novelli la cui essenza potrebbe chiamarsi “umana”…

James Hamblin
If our bodies could talk
Doubleday, 2017

Biografia di Alfonsina Caterino


 

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