Caro …… x di turno:
L’idea della scrittura non è l’idea della pittura e viceversa, l’una non può spiegare l’altra, penso che dovrò organizzare: sensazioni, allegorie, metafore, criteri-concetti che ritengo condividiamo, inoltre anche citazioni, interpolazioni, plagi addirittura che si aggiungano per dare consistenza alla mia testimonianza.
Desdemona non si innamora di Otello perché lo vede com’e, ma perché «Di vaste caverne le parlai, di antri profondi, di uomini che portano la testa sotto la propria spalla e di altri che mangiano i propri simili… gli antropofagi, queste furono le arti magiche che esercitai affinché la figlia di questo vecchio si innamorasse di me», quindi Otello ha esplicato una azione di traduzione orale della sua persona per captare l’amore di Desdemona. Pur essendo molto difficile immaginare, per quanto appaia, che non si può dire a parole ciò che è dipinto o musicato, poetato e/o viceversa, si può tradurre il fatto ma non la sua qualità poetica. Nonostante la premessa, nell’esercizio della traduzione da un’arte all’altra, su di un’altra arte infine! Nella quale bisogna si profondono a caterve, addetti e non, pennucoli, pennaioli segaioli, e, geni mancati si cimentano traducendo squallidi e mucosi esercizi esiziali, nella-sulla pretesa stupidità loro e dei lettori appunto. Come a dire «Il ministro dei temporali in un tripudio di tromboni auspicava democrazia con la tovaglia sulle mani e le mani sui coglioni». Il mercato fabbrica mostri che come i tanti cantanti di musica leggera che con un paio di festival all’attivo, dopo aver venduto un paio di milioni di dischi sono messi da parte e dimenticati.
Genesis
I primordi datano il nostro incontro nel tenebrore disagiato della tana spelonca dell’ineffabile, molluscone demiurgo sesquipedale, promotore imponente e irragionevolmente teorico di avanguardie e diffusore di sieri e profilassi anticonvenzionalistiche, ai tempi del sessantotto, insomma, quando ero giovane e tu quel ragazzo che con l’occhio carbonchioso e amicale tentava salde speculazioni ana-estetiche.
Seguendo il tuo cammino, non sono appropriati i convenevoli che vengono da sodali nati, forse allevati nello stesso nido, nutriti con la pappa liofilizzata dalle stesse idee, si compatta una dura complicità morale erubescente e solitaria, visto che non si era detto e financo scambiato epistola tra noi. Ho sbirciato così da lontano consapevole che la virulenta palude dalla quale ero uscito mi faceva testimone della tua epifania. Così della tua gioventudine ho seguito il volo da lontano mentre le ali, le tue ali robuste ti portavano in alto.
Trovo difficile parlare di ciò che mi chiedi. In tempi lontanissimi rinunciai alla tonsura e per serietà concettuale ho difficoltà non solo a celebrare ancora, ma a operare apoftegmi di concelebrazione, «Ma la grande arte si spinge tanto oltre che l’effetto, si riversa nel terrestre e il personaggio nel suo compimento afferra troppo gli ascoltatori; l’aldilà diventa teatro dell’uomo e delle sue passioni», almeno in luciditade così esalò Auerbach
Premessa
Finirei così; ora che ho iniziato, non è per questo che sono qui e non voglio.
L’Onfalos che hai rappresentato, può essere la spiegazione del mundus.
La mia presenza o la tua potrebbero dire chi siamo. Noi soli siamo la spiegazione di noi stessi. Vorrei dire per te quelle cose che strati di tempo lontano hanno accatastato, che la stima secolare ha inventariato, ma penso alla scrittura come a segni di violenza, di sopraffazione. Vorrei scrivere… anzi voglio scrivere perché dovrei dire…
L’artista e il mercato
I Principi del tempo, cui Leonardo si proponeva enunciando le sue capacità, elencando burocraticamente per iscritto tutto quello che poteva o sapeva fare, attraverso un lungo travaglio di nemesi storica sono stati sostituiti dai Mercanti, i quali come etima la parola mercatano, qualunque cosa, purché vendano e sono loro attraverso i loro lacchè che scrivono ciò che di eccellente! insistono si fabbrichi in eo corde e prima di tutto nella loro “scuderia”!
S’interfacciano la creazione di uno stato di necessità culturale, un’azione di convincimento occulto di cui i mass media allargano le prospettive, le pretese di cultura dei tanti si aggiungono pesantemente alla speculazione. L’insinuazione di un futuro arricchimento, cosa d’altronde capitata pure a Pinocchio che giustificata res è appunto un burattino , l’acquisizione di beni di rifugio, l’acquisto dei ”derivati” e le speculazioni in borsa sempre più virtuali, i falsi bilanci, i falsi fallimenti, l’apertura e la chiusura di fabbriche posticce, il buttar per la strada uomini qualificati, ci fanno capire che le operazioni di cui si serve il “profitto” sono perfide e molteplici e si sviluppano pericolosamente anche sul cammino e l’esistenza stessa degli artisti
Il mercato si serve di critici, galleristi minori, direttori dei grandi musei megalopolitani, cani da guardia fini tessitori di quell’abito di luce che i figli di puttana non possono vedere.
Tracciatori delle loro strisce bavose, sicofanti di verità liofilizzate, inventano- fabbricano a parole, abiti luci splendenti, opere di oscuro terebrore, con le quali accaffano un Re nudo proponendolo decalidato e impaludato di damaschi. Stupidi intellettuali ammanniscono fresche del loro opificio opere posticce e croste erudite di loro invenzione, finalmente sono i “suavia verba” quelli che giustificano le aspettative dei “collezionisti” e l’arte dei confezionatori.falsi profeti del nulla in orpellati bazar, proponete la lampada eterna dell’alchimista ad uomini ciechi. Sono convinto che questo stato manet res non ti sfuggì dal primo momento, che in virgineo corde lo conservi intatto come cosi lo consegnò a tutti noi Luca, lucido, lucente invitto Pigmanlione iniziatore, nei criptici e confinati cunicoli dell’Accademia dei Greci. Forse sono tutte stronzate, ma la verità resiste nonostante , per cui possiamo dire che «Mais il ne s’agit pas d’être exhaustif mais de rendre compte de l’info au sens large».
Con te, attraverso te soffriamo o godiamo come i servi del Kamciakta «Di delitti, stupri, voluttà efferate e incomprensibili, estasi estraumane, simboli serpentati, accensioni angeliche, ma attuate da angeli di religioni non ammesse. O forse pernotterai per anni in un tedio di altri pianeti, tetro e ultravioletto. O ti si stanca il braccio a te diletto per tatuaggio scurrile o persistente profumo di donna amata. O infine la tua anima emigra, ne attendi epifanie, numeri per il lotto, firme chiare e reticenti, un apoplettico squillo di telefono o un foglio smosso sulla tavola da un grugno del vento.
Solo l’asta non prese dell’impareggiabile Achille, grande, pesante, massiccia; non altri poteva fra i Danai palleggiarla, ma il solo Achille sapeva squassarla» (da elaborare).
Perché la lancia di Chirone poteva essere palleggiata solo da un Eroe? Mentre un pennello può essere maneggiato da uno qualunque, anche dal fidanzato del mercante, dal ragazzo della porta accanto, dall’ex ragioniere della mutua, dallo psichiatra del vicino ospedale, dal figlio scemo del portiere, accecati da follie manageriali e matematiche, impugnati pennelli o qualunque altro attrezzo possono; benedire, maledire, squassare con la voce o non, di compiacenti mentori che con garrula voce autorevole, possono improvvisare opere e artisti.
Eternelmant nous nous demandon’s’il sia più nobile subire le percosse di una sorte oltraggiosa oppure nobilmente combattere contro di essa?
Meretrice di Babilonia, consesso di volpi iato di carogne profumate. Tutto questo insieme ci ancora ci diciamo «Sed nihil est bene quam munita tenere edita doctrina sapientum templa serena». È dolce assistere senza partecipare al rischio, agli aspri scontri di guerra in campo aperto, ma è ancora più dolce dello stare in ben munite fortezze… e poi le ricchezze non giovano per nulla alla nostra salute, né la potenza, né il nobile sangue, e del resto bisogna esser certi che ciò non giovi nemmeno all’animo.
Compaiono nel fantastico tuo così come lo leggo
1. SINDONE
2. LUNA E MESTRUO
3. IMPRONTE
4. LARVE DI FOEMINA
5. SESSO E MORTE
6. E Poi «Paternus Proconsul dixit: Ego hodie in hoc loco exquiro. Cyprianus dixit: Cum disciplina prohibeat, ut quis se ultro offerat, et tuae quoque censurae hoc displiceat; nec offerre se ipsi possunt: sed a te exquisiti invenientur… Galerius Maximus Proconsul Cypriano Episcopo dixit: Tu es THASCIUS CYPRIANUS? Cyprianus Episcopus respondit: Ego sum. Galerius Maximus Proconsul dixit: Tu Papam te (11) sacrilegae mentis hominibus praebuisti? Cyprianus Episcopus respondit: Ego. Galerius Maximus Proconsul dixit: Jusserunt (12) te sacratissimi Imperatores caeremoniari. Cyprianus Episcopus dixit: Non facio. Galerius Maximus ait: Consule tibi. Cyprianus Episcopus respondit: «Fac quod tibi praeceptum est. In re tam justa nulla est consultatio».
Come quella volta quante volte ti è stato chiesto di bruciare incenso all’Imperatore di turno, e tu, per tante e volte hai rifiutato.
7. Angels and ministers of grace defend us: e re amleto ti chiamerò re di Danimarca e padre mio!ý dimmi perché le tue ossa benedette, composte nella bara, hanno lacerato il loro sudario, il sepolcro ove ti vedemmo giacere in pace ha spalancato le sue pesanti mascelle per rimandarti sulla terra tu inerte spoglia, sì che la buia notte ne inorridisce.
L’Apocalisse prossimo venturo
Non rappresenta solo l’atto finale della sussunzione ordinaria di questo sistema, che, raggiungerà certamente un risolutivo Armageddon, e i Rockhound di turno, con i principi di Serendippo si sfogheranno ciechi, questa volta, mirando a improbabili bersagli.
Gli incensi in laide miscele hanno impastato di peli e deiezioni le tremule corde delle arpe celesti.
Il tuo impegno
Al cospetto e sullo sfondo di un palcoscenico avulso dal tempo che si dischiude mentre palesa i contenuti segreti di cui è animato, in virtù di quel costante filo di Arianna, uniforme e intrecciato con la pazienza della tenacia, in uno sforzo di fatica in logorio positivo.
Samoiedi, Nyam-Nyam, Malagasci e Figiani celebrano i riti più strani, mangiano i loro vecchi padri e i loro bambini, girano su se stessi al suono dei tam-tam fino a svenire, si abbandonano alla fantasia dell’Amok, bruciano i loro morti, li espongono sui tetti, li abbandonano alla corrente dei fiumi su una barca illuminata da una torcia.
Modi svariati e sequenze imprevedibili sembrano emanare dal tutto indistinto, fasci raggianti quella fiducia che perpetua inarrestabilmente i segni eterni e i ruoli distinti dall’eterna qualità del cielo delle idee.
Queste sono le cose che sommessamente paleso. Nella solitudine continuo a pensare alla scrittura ed alla verità dell’assioma «Chi sa non deve dire e chi non sa non deve sapere».
Un abbraccio da Enrico Bugli