Camaleonti
Sapevo ma contemporaneamente ero sbalordito in un inestricabile intreccio qualcosa stava accadendo nella notte scorso ero in una nuova luce ordinaria che rimane nelle precise profondità della sfera fisica sforzandomi di non rimanere nel mio involucro ho sognato rappresentazione nascoste alla vista innata e quella spirituale vidi delle superfici la trasparenza della profondità in un nastro senza fine scelsi nella loro essenza nascosta e spirituale una realtà che non stavo sognando abitavo oggetti li abitai mentre mi dimenavo come se fossi impigliato dentro qualcosa di materiale sentii qualcuno di loro gridare «signori il tema che affronteremo è: “cosa esprime il flusso dell’opera»”? – …il nero ci prenderà… – gridarono altri – ci assorbirà nella sua parte più nera… – ritroveremo il colore – perderemo i nostri contorni… – la luce è colore… – gridavano alcune voci spettrali – la luce! gridò una voce senza corpo resa invisibile – c’erano le tenebre, il nero… – nella sua visibilità – il nero vi farà… – nella sua parte più luminosa… mentre dalla forte luce che la illuminava si udiva dal fondo dell’ombra una voce senza contorni – credete… – disse – elimineremo la possibilità della nostra fruizione… – salveremo nell’invisibilità i nostri desideri i nostri pensieri la nostra anima – vivremo nella parte luminosa del nero – molta più luce è nascosta dell’oscura pensai – …ci renderà invisibili… – proprio all’inizio – gridarono – vivremo l’invisibilità… – ci assorbirà… – percepiremo ciò che è espresso… – …le nostre forme… che rimbalzavano sulle pareti quadrate di un cubo trasparente e contemporaneamente nel nero delle luce… – …fonderemo la luce con le tenebre… – …c’era il sole… – …la luce vi farà… – …la luce è nera! – ho detto nera! – e il nero è luce! – non è forse vero, signore? – al principi… – …la luce… – …non è forse vero che invisibile è il termine che esprime il flusso dell’opera?
Camaleonti
La notte scorsa ho sognato ma contemporaneamente ero sbalordito sapevo che non stavo sognando mi dimenavo in un inestricabile intreccio della sfera fisica e quella spirituale come se fossi impigliato in un nastro senza fine qualcosa stava accadendo nel mio involucro qualcosa di materiale e spirituale vidi oggetti in una nuova luce nella loro essenza innata sforzandomi di non rimanere nelle precise rappresentazioni delle superfici scelsi la trasparenza della profondità li abitai ero dentro di loro una realtà che rimane nascosta alla vista ordinaria mentre abitavo profondità nascoste sentii qualcuno gridare «signori il tema che affronteremo è: “cosa esprime il flusso dell’opera»”? – al principio … – proprio all’inizio – gridarono – …c’era il sole… – …c’erano le tenebre, il nero… – gridarono altri – …la luce… – la luce! gridò una voce senza corpo resa invisibile dalla forte luce che la illuminava – la luce è colore… – gridavano alcune voci spettrali che rimbalzano sulle pareti quadrate di un cubo trasparente mentre si udiva dal fondo dell’ombra una voce senza contorno – credete… – disse – la luce è nera! – ho detto nera! – e il nero è luce! – molta più luce è nascosta nell’oscuro pensai. – …il nero ci prenderà… – ci assorbirà… – …ci renderà invisibili… – ci assorbirà nella sua parte più nera… – nella sua parte più luminosa … – nella sua invisibilità – perderemo i nostri contorni… le nostre forme… ritroveremo il colore – …fonderemo la luce con le loro tenebre… – … vivremo l’invisibilità… – vivremo nella parte luminosa del nero e contemporaneamente nel nero della luce… – elimineremo la possibilità della nostra fruizione… – percepiremo ciò che è espresso… – salveremo nell’invisibilità i nostri desideri i nostri pensieri la nostra anima – il nero vi farà… – …la luce vi farà… – non è forse vero, signore? – …non è forse vero che l’invisibile è il termine che esprime il flusso dell’opera?
Camaleonti
La notte scorsa scelsi la trasparenza delle superfici vidi oggetti in una nuova luce come se fosse un’inestricabile intreccio in profondità nascoste li abitai una realtà della profondità che rimane nella loro essenza innata alla vista ordinaria sforzandomi di non rimanere qualcosa di materiale e spirituale mi dimenavo contemporaneamente ho sognato della sfera fisica e quella spirituale ero dentro di loro qualcosa stava accadendo nel mio involucro impigliato nelle precise rappresentazioni abitavo in un nastro senza fine mentre sapevo che non stavo sognando ero sbalordito ma sentii qualcuno gridare «signore il tema che affronteremo è: “cosa esprime il flusso dell’opera»”? – …c’erano le tenebre, il nero… – gridarono altri che rimbalzavano sulle parete quadrati di un cubo trasparente – …fonderemo la luce con le tenebre… – vivremo nella parte luminosa del nero – …la luce vi farà… – salveremo nell’invisibilità i nostri desideri i nostri pensieri la nostra anima – elimineremo la possibilità della nostra fruizione… – nella sua invisibilità – percepiremo ciò che è espresso… – …la luce… -credete… – disse della luce che la illuminava – ci assorbirà – pensai molta più luce è nascosta nell’oscuro – …la luce è nera! – la luce è colore… – gridavano alcune voci spettrali – la luce! gridò una voce senza corpo resa invisibile – ci assorbirà nella sua parte più nera… ritroveremo il colore dalla forte luce – al principio… – …le nostre forme… – …il nero ci prenderà… – e il nero è luce! – nella sua parte più luminosa… – il nero vi farà… – …ci renderà invisibili – perderemo i nostri contorni… – vivremo l’invisibilità… – proprio all’inizio – gridarono mentre si udiva dal fondo dell’ombra e contemporaneamente nel nero della luce… una voce senza contorni – ho detto nera! – …c’era il sole… – non è forse vero, signore? – …non è forse vero che invisibile è il termine che esprime il flusso dell’opera?
Camaleonti
Scelsi la trasparenza qualcosa di materiale e spirituale della profondità delle superfici nella loro essenza innata vidi oggetti in una nuova luce li abitai mentre abitavo nelle precise rappresentazioni sentii qualcuno gridare «signori il tema che affronteremo è: “cosa esprime il flusso dell’opera»”? la notte scorsa ero dentro di loro come se fossi impigliato in un nastro senza fine qualcosa stava accadendo nel mio involucro mi dimenavo ho sognato della sfera fisica nascosta alla vista ordinaria e quella spirituale una realtà che rimane in un inestricabile intreccio ero sbalordito ma contemporaneamente sapevo che non stavo sognando profondità nascoste – …c’era il sole… – nella sua invisibilità ritroveremo il colore – ci assorbirà nella sua parte più nera… – la luce! gridò una voce senza corpo resa invisibile dalla forte luce che la illuminava mentre si udiva dal fondo dell’ombra una voce senza contorni – e il nero è luce! – …le nostre forme… – nella sua parte più luminosa… – …la luce vi farà… – …il nero ci prenderà… – vivremo l’invisibilità… – proprio all’inizio – gridarono – molta più luce è nascosta nell’oscuro, pensai – perderemo i nostri contorni… – …la luce è nera! – credete… – disse e contemporaneamente nel nero della luce la luce è colore… – gridarono alcune voci spettrali – …ci renderà invisibili… – percepiremo ciò che è espresso… – …c’erano le tenebre, il nero… – gridarono altri che rimbalzavano sulle pareti quadrate di un cubo trasparente – …la luce… – ci assorbirà… – elimineremo la possibilità della nostra fruizione… – salveremo nell’invisibilità i nostri desideri i nostri pensieri la nostra anima – vivremo nella parte luminosa del nero – …fonderemo la luce con le tenebre… – il nero vi farà… – al principio… – ho detto nera! – non è forse vero, signore? – …non è forse vero che invisibile è il termine che esprime il flusso dell’opera?
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* Nei primi mesi del 1994 presentai a Roma, nella sede dell’associazione culturale “La società lunare”, uno spazio alternativo diretto dall’artista Andrea Fogli, una mia mostra personale dal titolo Avviso di lettura, a cura del critico Stefano Chiodi.
Questa esposizione era parte di un progetto più ampio (ancora oggi aggiungo qualche tassello) dal titolo Tema affidato all’altrui capacità di interpretare o indovinare, che era iniziato pochi mesi prima, sempre a Roma, con la personale dal medesimo titolo negli spazi della galleria Pino Casagrande.
Tema affidato all’altrui capacità di interpretare o indovinare altro non era che la definizione che dà un qualsiasi dizionario di lingua italiana del termine “Enigma”.
Successivamente il progetto si arricchisce di altre esposizioni, libri d’artista ed altri eventi nei quali anche il titolo si evolve in Enigma / Tema affidato all’altrui capacità di interpretare o indovinare (alla galleria Opificio di Benevento) dove nel titolo della mostra personale è presente sia il termine che la sua definizione o, diversamente in altri eventi dove come titolo viene utilizzato solo il termine ”Enigma”.
Avviso di lettura risuonava come un altro avviso molto in voga in quegli anni, quello di garanzia. L’avviso di garanzia viene emesso dal pubblico ministero per informare l’indagato dell’indagine in corso per dargli la possibilità di nominare un difensore per poter preparare la propria difesa. Con il titolo Avviso di lettura, invitavo il lettore/fruitore a leggere ma allo stesso tempo lo mettevo in guardia, lo informavo a difendersi perché la lettura dei testi che si accingeva a leggere non era una semplice lettura. Il testo non era lineare, era disseminato di trappole, mentre si leggeva si decostruiva, cambiava forma, si “risemantizzava” sotto una nuova forma, significato e significante si incontravano e si scontravano, colludevano, creavano “tranelli semantici”, cambiavano la morfologia del testo: il testo si camaleontizzava.
Camaleonti era il titolo dei quattro testi raccolti ognuno in un libro, l’installazione era costituita da quattro mensole inclinate fissate al muro come se fossero leggii con sopra i quattro libri aperti su pagine diverse, pronti per essere letti. Il titolo Camaleonti deriva dalla capacità dei camaleonti di cambiare colore mimetizzandosi con l’ambiente circostante.
Con questa mostra del 1994 nascono i primi lavori denominati Derivati, prima di allora c’erano stati solo brevi esempi non pubblici e non pubblicati sia in poesia che nelle opere visive.
I derivati mi interessavano e tuttora mi interessano perché hanno origine da una fonte primaria che funge da matrice da cui dipendono traendone una propria condizione valoriale.
Nei quattro testi Camaleonti volutamente ho omesso la numerazione, così anche il testo da cui sono partito, sarà come gli altri derivati, sarà percepito come derivato, ma sarà un derivato da se stesso. Ogni singolo testo fa da eco all’altro in una continua e reciproca circolarità facendo riferimento agli altri tre, determinando una completa e continua camaleontizzazione.