
Aprire il testo di Silvana Leonardi, Ritratti in/versi, per iniziarne la lettura, prefigura un intreccio di presenze che dapprima si dilata sinuosamente sulle pagine, come dimensione sviante, inafferrabile e poi, ad onta che si procede con gli occhi impressi sulla carta, in una sospensione di identità intermittenti ed alchemiche, i testi si fanno rete sotto ad uno sguardo febbrile il quale penetrando nelle trame indocili, segmentate da versi strappati ad ogni ordine ardito, per compiersi forma stupefacente, inizia a scrostare le tracce incise sui fogli con una materia dal respiro profondo ed immortale. Sono dispositivi scintillanti quelli che risalendo, affiorano immagini la cui energia nascosta, irretisce l’anima, la ragione, il desiderio del lettore di continuare a transitare fra significati avvolgenti, ossessivi, vibratili e sprazzi magici che riescono a sequenziare fibre, tensioni e silenzi intrisi di messaggi, trasmutazioni, sdoppiamenti e interrogativi sempre attenti ad autenticare la sincerità del passato, spingendola nel movimento perpetuo che mai si interrompe, né si svincola da nulla! Tutto infatti ci hanno trasmesso gli infiniti sensi progrediti dalle poetesse le quali fanno individuare luoghi, animus, spartiti cromatici ossidati i quali poi, gettati nella fornace del tempo, l’attraversano con infelicità, idee, desideri, privazioni, accensioni terrestri vissute come trasfusioni nella necessità di connettersi ad un teatro di superfici specchianti cieli misteriosi, sacri e sconfinati.
Le loro parole piovono nell’universo come corpi da esplorare ad altre germinazioni che mai possano cadere in prescrizione e mentre mutano, rimandano alla complessità del loro immaginario, le visioni tanto possenti da abbagliare il presente tra processi creativi ed effetti vertiginosi, affascinanti nelle corrispondenze a cui si avvolgono per svelare di sé altre realtà…
Le Artiste, poetesse, narratrici citate da Silvana nella sua opera Ritratti in/versi sono trenta, quasi tutte vissute nei secoli IXX e XX. Solo due, Adrienne Rich e Piera Oppezzo, si sono affacciate per qualche decennio, nel secolo XXI. I ritratti poetici che l’autrice innesta su ognuna di loro, producono all’istante folgorazioni capaci di sovvertire la concezione di spazio-tempo, passato-presente e sollecitare nella sensibilità di chi legge, l’urgenza di estraniarsi dalle verità datate e usurate di prototipi. In tale guisa esplodono su soglie comunicative e pulsanti, finitezze umane come cardini cognitivi, pungenti di passioni, avventure plurime stellate, sempre inedite, che rimandano “all’oltre” di ogni futuro! Tale è lo spirito creativo da cui si dispiegano le memorie evocate da Silvana la quale non tralascia nessuna poetessa di essere interiorizzata, fino ad instaurare con lei una corresponsione spirituale, metafisica, autentica nella ricerca della sua originaria fisionomia, mai convenzionale o manieristica.
Ben si comprende che Silvana Leonardi, nel testo Ritratti in/ versi compie uno studio sulla forma esatta, cristallina, identificabile in una luce nitida di colori primari, in cui l’atmosfera concettuale ed esteticamente moderna delle grandi protagoniste, si evidenzia fra stazioni drammatiche, dolenti pulsate da linguaggi frementi, fuggevoli e inimitabili come un accordo sinfonico sempre vivo e sempre presenza nuova il suo sentire. Dietro le quinte elle sanno muovere un gioco di coscienze e conoscenze il quale di giorno in giorno rimodula la pressione alle ombre, alle assenze, alle tonalità penose, pensose, che le fibre duttili, magistralmente azzardate da acque e fasciami antichi, talvolta trasformano in sogno smisurato, come certi deliri onirici e fiabeschi.
Sono vere e proprie pitture calligrafiche le poesie di Silvana Leonardi, interpretate come forme geometriche o simboliche entità catturate alla natura, alla vita quotidiana, alla fantasia, all’immaginazione e sempre multiformi nelle infinite sottili direzioni che in loro corrono come linfa fra le dita…
«Logica e saggezza/ecco che ti respiro a fondo mondo…». In questi brevi versi, i poli come curve catenarie, s’attraggono in condivisione e comunione, tra Silvana Leonardi e Marina Cvetaeva, la quale desiderava essere amata in un modo del tutto straordinario per poter amare straordinariamente!
Così per tutte le personalità che ella incontra nel suo libro, S. Leonardi scrive passi che dal suo corpo passano alla memoria come concrezioni plastiche e turbolenze psichiche. Ciò avviene a cominciare da Toyen, Catherine Pozzi, Marina Cvetaeva, Colette, Annemarie Schwarzenbach, Jana Cernà, Juana de Ibarbourou, Mascha Kaléo, Nadia Campana, Adrienne Rich, Rrose Sélavy, Anna Maria Ortese, Elizabeth Bishop, Mina Loy, Elsa von Freytag, René Vivien, Aleandra Pizarnik, Fernanda Romagnoli, Ana Cristina César, Anna Achmatova, Cristina Camo, Violette Leduc, Piera Oppezzo, Hilda Doolittle, Ingeborg Bachmann, Antonia Pozzi, Titina Maselli, Brianna Carafa, Anne Sexton, Sylvia Plath…
Per Marina Cvetaeva:«COME SALICI – Se / allora / ti dicevo / non si fa bello / per l’incontro l’amore / se come una lunga spada / il tuo sopracciglio adorato / mi tagliava il respiro e la voce / se acrobata ispirata dal dio / barcollavo su fune tesa / tra due disperazioni / due ombre / due lune / mentre aggrappata / a scintillanti parole / razzi che attraversavano… dimenticando / il mondo per amore / assoluto vivendo al di fuori / a dispetto…».
Silvana Leonardi, detiene nella sua opera: “RITRATTI IN/VERSI, la formula che muove scenari, eventi, le energie che dondolando da un punto di tensione all’altro, si caricano di senso, di realtà, le quali, pur testamentarie del secolo scorso, spalancano nella post-contemporaneità, piani dinamici, magnetici, come a congiungere nella limpidezza dei pensieri inesplicabili ed inquieti che caratterizzano l’uomo di sempre, la molteplicità delle oscillazioni del tempo differita dal caso, dalla contingenza, ma non dall’infinito ed indefinibile dire e fare che mai si conclude… Anzi, essa stravolge sistemi e nessi pur di fremere nelle impercettibili sensualità della poesia, le latenti e vertiginose metamorfosi.
Per Sylvia Plath: «VERTIGINE – Io / in / una / casa / di luce / sull’indaco / dell’onda minacciosa / volatile sostanza incorporea / dilava i sogni e conduce lo sguardo / più lontano dove fatale appare Luna / dallo specchio scurito dall’affanno / brilla solitudine ferita di purezza / dalla notte lucente di barbagli / mostro affamato il mare…».
L’opera di S. Leonardi dedicata completamente alle presenze femminili che in vita occuparono uno spazio marginale nella storia della narrazione umana, probabilmente non è per caso che si chiuda con un testo dedicato alla poetessa Sylvia Plath, la quale vissuta come un relitto esamine, decise di lasciarsi seccare, troppo convinta che l’incanto in cui era posto il suo dramma umano, non avrebbe mai potuto danzare la pagina della sua esistenza con il miracolo di un nuovo germoglio. In segreta trepidazione, sola con la sua depressione, ritenendo inutile ed anche sprezzante somigliare ad un filo invisibile in quanto donna, invola la sua Arte nella fuga definitiva la quale bucherà la crosta terrestre per il passaggio eterno del suo nome fra gli astri…
Silvana Leonardi
Ritratti in/versi
Bertoni ed., 2024, pp. 84
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Biografia di Alfonsina Caterino
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